Home » Nelle carceri italiane, un detenuto su tre è straniero: l’analisi dei dati del 2020

Nelle carceri italiane, un detenuto su tre è straniero: l’analisi dei dati del 2020

by Francesca Totolo
1 commento

Dopo aver analizzato i dati Istat in merito alle denunce per il reato di violenza sessuale che vedevano come protagonisti stranieri e in merito alle condanne con sentenza definitiva emesse nei confronti di immigrati, passiamo ora a esaminare la popolazione carceraria in Italia, basandoci sui dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica. A tal proposito, è utile ricordare che gli stranieri rappresentano l’8,4 per cento della popolazione residente in Italia e che la percentuale di immigrati condannati con sentenza definita nel 2017 (ultimo dato Istat disponibile) è stata del 34 per cento sul totale.

Le cittadinanze dei detenuti

Nel 2020, la popolazione carceraria contava 53.364 detenuti, di questi 36.020 erano italiani e 17.344 stranieri, ovvero il 32,5 per cento.

Nel 2020, i cittadini provenienti da Stati europei e residenti in Italia erano 2,5 milioni, circa 1,9 milioni i maggiorenni. Gli europei detenuti in Italia erano 5.790 (il 10,9 per cento del totale dei detenuti). Le cittadinanze più numerose erano quella romena (il 35,6 per cento degli europei detenuti) e quella albanese (il 33,8 per cento degli europei detenuti). I cittadini provenienti dai Paesi africani e residenti in Italia erano poco più di un milione, circa 863mila i maggiorenni. Gli africani detenuti nelle carceri italiane erano 9.261 (il 17,4 per cento dei detenuti totali). Il Marocco era lo Stato con più carcerati (3.308, il 35,7 per cento dei detenuti africani), seguito dalla Tunisia (1.774, il 19,2 per cento dei detenuti africani, dalla Nigeria (1.451, il 15,7 per cento dei detenuti africani) e dall’Algeria (450, il 4,9 per cento dei detenuti africani). I cittadini provenienti dai Paesi asiatici e residenti in Italia erano poco più di un milione, circa 827mila i maggiorenni. Gli asiatici detenuti in Italia erano 1.311 (il 2,5 per cento dei detenuti totali). Di questi, il 13 per cento era originario dei Paesi del Medio Oriente (170 detenuti) e l’87 per cento da altri Stati asiatici (1.141 detenuti). Gli americani residenti in Italia erano 369mila, circa 287 i maggiorenni. Erano 964 gli americani detenuti nelle carceri italiane (2,5 per cento dei detenuti totali), di questi il 2,2 per cento erano nordamericani (21 detenuti), il 24,9 per cento cittadini dell’America centrale (240 detenuti) e 72,9 per cento i sudamericani (703 detenuti).

Rapportando il numero dei detenuti stranieri nelle carceri italiane alla popolazione residente in Italia del continente/Paese di origine, e accostando tale cifra allo stesso numero riguardante i detenuti italiani, viene evidenziato che la presenza degli africani nelle prigioni è 16 volte superiore rispetto a quella degli italiani. Il numero dei detenuti algerini, rapportato ai cittadini dell’Algeria residenti in Italia, è 47 volte superiore a quello dei detenuti italiani, il numero dei detenuti tunisini è 37 volte superiore, il numero dei detenuti nigeriani è 25 volte superiore, mentre quello dei marocchini è 15 volte superiore. Tunisia, Marocco, Nigeria e Algeria sono tra i Paesi di maggiore provenienza dei “migranti” che sono sbarcati in Italia negli ultimi anni, come documentato dai dati del Viminale.

I reati dei detenuti stranieri nelle carceri italiane

L’analisi dei reati dei detenuti stranieri nelle carceri italiane rispettano esattamente i dati sulla maggiore propensione degli immigrati per certi tipi di crimini rispetto agli italiani, tra questi lo spaccio di stupefacenti, la rapina, i delitti con furto, la lesione personale, determinati tipi di violenza, la ricettazione, l’omicidio volontario, la violenza sessuale, lo sfruttamento della prostituzione e l’associazione a delinquere.

È rilevante anche segnalare che sette stranieri sono autori di stragi e ben venticinque sono stati incarcerati per associazioni di tipo mafioso o di criminalità organizzata. Queste vicende difficilmente trovano spazio nelle pagine dei quotidiani o nei servizi dei telegiornali.

Per capire l’emergenza criminalità di importazione, è indispensabile analizzare la percentuale dei reati contestati agli stranieri rapportati a quella dei reati contestati agli italiani. Il 75 per cento dei detenuti per il reato di istigazione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione è straniero, così come il 54 per cento dei detenuti per prostituzione minorile. Nelle carceri italiane, il 42,1 per cento dei detenuti per il reato di violenza sessuale è straniero, dato che rispetta esattamente la maggiore propensione degli immigrati per questo tipo di crimine.

La posizione giuridica dei detenuti stranieri

In un articolo pubblicato sulla piattaforma Open Migration, finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros, Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, aveva presentato quanto era stato evidenziato nel rapporto “Detenuti stranieri in Italia”, a sua volta finanziato dalla fondazione dello speculatore. Gonnella ha definito il sistema giudiziario italiano “discriminante su base etnica” perché gli immigrati “subiscono maggiormente i provvedimenti cautelari detentivi rispetto ai cosiddetti detenuti nazionali”. Quindi, abbiamo voluto verificare la verità di queste affermazioni, analizzando i dati sulla posizione giudiziaria dei detenuti nelle carceri italiane.

Nelle carceri italiane, gli stranieri rappresentano il 32,5 per cento della popolazione carceraria totale. Gli stranieri incarcerati in attesa di primo giudizio sono il 36,5 per cento. Quindi, l’esigua differenza tra questi due valori non evidenzia un sistema giudiziario realmente discriminatorio verso gli immigrati. Quella modesta discrepanza è anche giustificata dalla difficoltà che le autorità italiane hanno nel sottoporre gli stranieri a provvedimenti cautelari alternativi. Molti immigrati non hanno una residenza o un domicilio stabile.

Il trend dei detenuti nelle carceri italiane

Abbiamo analizzato il trend dei detenuti nelle carceri italiane dal 2008 al 2020. Dopo aver raggiunto il picco di capienza nel 2010, 67.961 detenuti di cui il 36,7 per cento stranieri, il numero dei detenuti è costantemente diminuito fino al 2015 per poi aumentare di nuovo.

In contemporanea con l’aumento degli sbarchi di immigrati in Italia, il numero dei detenuti stranieri nelle carceri italiani è aumentato, passando dai 17.340 del 2015 ai 20.255 del 2018, ovvero quasi 3mila detenuti stranieri in più in soli tre anni. Con la diminuzione degli sbarchi avvenuto nel 2019, il numero è nuovamente diminuito, arrivando ai 17.344 detenuti stranieri del 2020. Ciò significa che l’immigrazione clandestina è direttamente legata al numero dei detenuti stranieri nelle carceri italiane.

Il costo per il mantenimento del sistema penitenziario italiano

Concludendo questa articolata analisi sulle carceri italiane, è importante ora evidenziare il costo per il mantenimento del sistema penitenziario italiano. Ogni singolo detenuto costa circa 137 al giorno allo Stato italiano. Ciò significa che, nel 2020 con 53.364 detenuti totali nelle carceri, il costo complessivo annuale si è attestato a 2,7 miliardi di euro, di cui 870 milioni di euro per i 17.344 detenuti stranieri.

Francesca Totolo

You may also like

1 commento

fabio crociato 20 Settembre 2021 - 3:17

Stupefacenti primo reato… e pure primaria concausa dei restanti !
(Volto segnalazione indiana: occhio al Bangladesh perché con loro segue davvero tutta la famiglia!).
Buon lavoro.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati