Padova, 8 giugno – AprirĂ  a Padova, probabilmente in via Boccaccio, la prima casa “Refuge Lgbt” per l’accoglienza temporanea a persone gay, lesbiche, bisex, trans, etc, che subiscono maltrattamenti famigliari. Il progetto di questa casa di accoglienza Lgbt sarĂ  attuato con finanziamenti pubblici e prevede due unitĂ  abitative da 4 posti letto. L’obiettivo di Arcigay però, che ancora una volta ha assunto la paternitĂ  del progetto, è quello di accedere a maggiori fondi per ingrandirlo sempre di piĂą. Il Centro Antidiscriminazione “Mariasilvia Spolato” sorgerĂ  infatti grazie ai lauti finanziamenti dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, diramazione diretta della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari OpportunitĂ .

Arcigay annuncia che i posti letto della nuova “casa di fuga” aumenteranno

Nel progetto troviamo dunque le immancabili sigle dell’associazionismo Lgbt legato alle sinistre; in primis Arcigay e cooperativa sociale Levante, che si occuperĂ  di gestire la casa e i percorsi di accoglienza Lgbt. La coop Levante gestisce giĂ  ben 24 strutture nella provincia padovana e, a proposito dei posti letto della nuova “casa di fuga”, il sodalizio annuncia giĂ  che in un breve periodo potrebbero aumentare. Parteciperanno però anche il servizio Accoglienza Trans Padova – Sat Tralaltro, sempre spudoratamente legate ad Arcigay e agli stessi membri, e lo stesso Comune padovano. «Non si tratta solo di discriminazione, ma in questo caso cerchiamo di risolvere un problema di accoglienza – aggiunge Mattia Galdiolo di Arcigay – perchĂ© oltre ai maltrattamenti in famiglia, penso agli immigrati, che sono qui da soli e noi diventiamo il punto di riferimento». Un punto di riferimento, quindi, che affonda le proprie radici ideologiche nelle politiche progressiste.

Quanti ospiti subiranno realmente maltrattamenti familiari?

Sulla casa di accoglienza Lgbt interviene anche l’assessore al sociale, Marta Nalin, vicina ai centri sociali cittadini e attualmente candidata per Coalizione Civica per Padova. «Stiamo lavorando per costruire una cittĂ  sempre piĂą aperta e inclusiva, quindi dopo il centro anti discriminazione Lgbt, la casa di fuga è un ulteriore passo verso il raggiungimento di questo obiettivo» ha dichiarato l’assessore. Di certo i fondi per questi progetti anti-discriminatori non mancano tra Stato, Regione e Unione Europea. SarĂ  curioso però capire quanti dei futuri ospiti di questa nuova casa di accoglienza per Lgbt, siano veramente in difficoltĂ  tali da accedere ad una strampalata graduatoria di accesso. Padova è cittĂ  universitaria, medio-borghese e alla moda anche in ambito alternativo e radical chic. ChissĂ  quanti potrebbero effettivamente essere i soggetti maltrattati dai genitori per le proprie scelte sessuali intime. Forse sarĂ  piĂą facile per i maltrattamenti all’interno delle coppie stesse…

Andrea Bonazza

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