Circoscritta alla storia, la filosofia nietzscheana ha un quadruplo merito.
Demistifica l’universo e mostra come esso non sia sottomesso ad alcuna onnipotenza che gli possa imporre un fine e che gli uomini – o, meglio, alcuni di essi – fanno da sé la storia in condizioni date. Mostra come la storia, nel suo carattere essenziale, non sia altro che il risultato di una lotta tra sistemi di valori che esprimono tipi umani differenti, nonché bisogni ed interessi di potenza specifici.
Tenta il superamento del nichilismo effettivo senza preconizzare evasioni mentali in aldilà immaginari, senza raccomandare la de-realizzazione del reale, ma suggerendo piuttosto di accettare un mondo privo di ragione, persino di volerlo privo di ragione.
Prova a dare alla storia europea, descritta come un processo organico di decadenza dovuto alla sovversione giudaico-cristiana, un orientamento positivo di selezione e moltiplicazione di un tipo d’uomo di grande intelletto e di forte volontà, capace di sopportare integralmente la realtà, abbastanza forte per impegnarsi totalmente nel mondo della vita e vivervi senza aver bisogno di un senso assoluto.
Essa concepisce, infine, una dottrina che si suppone possa operare tale ascesa vitale, rimpiazzando i valori considerati di decadenza con valori di accrescimento di forza, sostituendo la morale che rende schiavi con una morale che rende liberi.
È senza dubbio per questa ragione che Nietzsche considera questa parte della sua filosofia come un umanesimo: ovvero un umanesimo della vita ascendente, un umanesimo virile di cui egli fa dono agli Europei del suo tempo, di oggi, di domani.
Pierre Chassard