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Il saluto romano? Se non è per propaganda si può fare

by Roberto Derta
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saluto-romanoRoma, 20 ott – Se il saluto romano non è volto a diffondere una certa ideologia si può fare. È questo il messaggio della Corte d’Appello di Milano, che ha depositato le motivazioni della sentenza con cui il 21 settembre scorso ha confermato l’assoluzione, decisa dal gup il 10 giugno del 2015, di Marco Clemente e Matteo Ardolino, esponenti di CasaPound accusati di apologia del fascismo per avere fatto il saluto romano durante la commemorazione per Sergio Ramelli, di Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.

Secondo i magistrati “non vi è dubbio” che ci sia stata da parte degli imputati, difesi dai legali Vanessa Bonaiti e Jacopo Cappetta, il richiamo all’ideologia del fascismo, tra cui l’uso di “bandiere con croci celtiche (in realtà non utilizzata dal partito fascista, ma da alcuni movimenti politici di destra che hanno associato il simbolo al fascismo), la chiamata al presente e il saluto romano”, ma, scrive il giudice, “appaiono dubbie la volontà e la capacità diffusiva della manifestazione stessa”. I giudici di secondo grado, citando alcune sentenze della Corte Costituzionale, hanno ricordato che penalmente rilevanti sono quelle manifestazioni in cui i “gesti di richiamo all’ideologia fascista siano svolti in occasione di una riunione pubblica” e “che vi sia il dolo, anche generico, di volere diffondere ideologia“, con atteggiamenti “tali da porre in pericolo l’ordine democratico”. La Corte ha quindi ribadito, come già rilevato dal gup, la natura “commemorativa” della manifestazione dell’aprile 2014, nata per ricordare “la morte di tre persone, uccise nell’ambito di una violenta lotta politica, a causa della loro adesione a una ideologia”.

I partecipanti, infatti, “hanno sfilato in assoluto silenzio, con un atteggiamento di rispetto nella memoria delle vittime di violenza“, senza “innalzare cori inneggianti” o esprimere “propaganda e volontà di diffusione di un’ideologia”. Inoltre la loro condotta, che “non implica di per sé l’intenzione di sollecitare l’adesione all’ideologia da parte di un numero indeterminato di persone estranee alla manifestazione”, secondo la Corte d’Appello, va valutata anche in relazione “all’evoluzione storico sociale che impone di valutare in maniera più rigorosa la sussistenza o meno del pericolo di diffusione dell’ideologia”.

Roberto Derta

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nemesi 20 Ottobre 2016 - 5:32

ogni tanto penso alle Nazioni sconfitte nella 2GM: Italia,Germania,Giappone….le prime due accomunate dal saluto che fu di Cesare…la terza nostra nobilissima Alleata.
A giudicare dai risultati economici…stiamo parlando della TERZA potenza economica mondiale sotto la Bandiera del Sol Levante,della QUARTA,Teutonica…e della nostra Italia attualmente ottava in classifica ma quarta nel 1991.
Una riflessione socioeconomica più approfondita la suggerirei a Primato Nazionale.

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Massimo 22 Ottobre 2016 - 12:51

Ottava ….bella questa noi non contiamo più nulla direi inesistenti e pronti al museo storico antropologico …..

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