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Schiavismo, sesso e malefici vudù: l’inferno delle “rifugiate” nigeriane

by Giorgio Nigra
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riti vudù nigeriane rifugiateRoma, 20 ott – Ah, com’è bella l’immigrazione. Chiedetelo, per sicurezza, alle migliaia di giovanissime nigeriane giunte nel nostro Paese per fare la fortuna di papponi e magnaccia, e il cui schiavismo viene favorito dai meccanismi opachi della nostra cosiddetta accoglienza. La loro presenza sulle nostre strade è aumentata negli ultimi due anni del 300%. Lo rivela la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’organizzazione fondata da don Oreste Benzi, in occasione della Giornata europea contro la tratta. Si tratta di un dramma che spesso coinvolge ragazze di soli 14 anni, anche se ai clienti hanno l’obbligo di dichiarare 20 anni. Ragazze schiavizzate con la violenza e la superstizione. Quasi sempre, infatti, le giovani nigeriane vengono soggiogate attraverso un rito vudù dalle madame, le loro connazionali che fungono da sfruttatrici. “Nel rito vengono usati elementi personali, come i capelli o i peli pubici e alle ragazze viene detto che se si ribellano rischiano la morte, loro o i familiari.

Alcune con questo sistema finiscono per diventare soggetti psichiatrici perché sono completamente soggiogate”, spiega Irene Ciambezi, referente della Comunità Papa Giovanni XXIII ed esperta di tratta degli esseri umani. Il meccanismo è rodato: “Alle ragazze viene spiegato che una volta in Italia devono chiedere asilo politico – spiega ancora Ciambesi -. In molti casi c’è un intermediario mandato dalle madame che le aiuta a farlo: in questura vediamo questi uomini nigeriani che accompagnano anche 5 ragazze per volta e le aiutano nella procedura. Ma nessuno fa nulla, noi siamo impotenti, e lo sono anche le squadre mobili, perché spesso non ci sono elementi per dire che quell’uomo avrà una parcella per regolarizzarle nel nostro sistema di accoglienza”.

Il funzionamento assurdo dei nostri centri di accoglienza fa il resto: “Qui le persone entrano e escono quando vogliono”, spiega ancora Ciambezi. Secondo le stime sono in tutto 21 milioni le vittime di tratta nel mondo. Per il 49% dei casi sono donne, nel 33% minori. La metà delle persone (53%) è trafficata a scopo sessuale, di queste il 70% è composto da donne e bambine (il 49% donne, 21% bambine). In Italia, spiega la Papa Giovanni XXIII, sono tra le 75mila e le 120mila le vittime della prostituzione. Il 65% è in strada, il 37% è minorenne, tra i 13 e i 17 anni. Le vittime provengono in particolare dalla Nigeria (36%), dalla Romania (22%) e dall’Albania (10,5%). Mentre secondo diverse stime i clienti sono tra i 2 milioni e mezzo e i 9 milioni, con un giro d’affari di 90 milioni di euro al mese.

Giorgio Nigra

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