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Checco Zalone e i casting nei centri d’accoglienza: verso la svolta buonista?

by Chiara Soldani
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Roma, 15 mar – AAA nuovo Will Smith cercasi. Chissà se le polemiche circa la carnagione “non abbastanza nera” del celebre attore abbiano (più o meno inconsciamente) influenzato il Checco nazionale. Zalone, al secolo Luca Medici, sta infatti lavorando al suo ultimo film “Amico di scorta” nelle sale cinematografiche il prossimo Natale. Scritto “a quattro mani” con Paolo Virzì dopo la separazione artistica da Gennaro Nunziante, vedrà il debutto alla regia dello stesso Medici. E fino a qui nulla di strano. Ma a stupire (relativamente, dato il buonismo imperante) è la scelta di effettuare casting presso centri d’assistenza e accoglienza a Bari e dintorni.

Checco Zalone cerca espressamente “comparse africane: bambini, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni”. Che si tratti di un remake di “Quasi amici”? Per il momento trapela poco circa la pellicola: la storia sarà comunque incentrata sulle vicende di un comico napoletano minacciato da un boss della Camorra, a cui viene assegnato un carabiniere chiamato a fargli da amico e da scorta (come già dichiara il titolo).

Una deriva politicamente corretta?

Preso atto dello status quo in cui si vive, dove le accuse di presunto razzismo abbondano come orecchiette e crudi di mare sulle tavole pugliesi, l’ipotesi che si tratti di una miserabile svolta “politically correct” non è poi così remota. Eppure un artista solo apparentemente scanzonato e frivolo, che ha avuto da sempre la capacità di dissacrare luoghi comuni e falsi miti, commetterebbe certo un autogol qualora decidesse di omologarsi alla massa dei “corretti e corrotti”. Inoltre, c’è da chiedersi se questa iniziativa sia stata in qualche modo caldeggiata da Apulia film commission, che già in precedenza aveva finanziato progetti cinematografici firmati dal comico barese. La stessa, oltre ad aver finanziato diversi lavori di Erri De Luca (noto per le sue “preghiere del mare” ed altre iniziative stile Saviano), ha da sempre promosso capillarmente mostre, pellicole e manifestazioni in favore di “migranti e immigrazione”.

Del resto, la Puglia di Michele Emiliano non può che rappresentare terreno fertile dal quale ricacciare fuori, all’occorrenza, la storia della nave Vlora e dei 20mila albanesi che sbarcarono al porto di Bari. Difatti ad annunciare trionfante il “casting africano” di Checco Zalone ci pensa l’assessore al Welfare del Comune di Bari Francesca Bottalico: “Si tratta di un’occasione per coinvolgere le persone migranti in carico ai servizi sociali comunali in un casting che può preludere a un’esperienza professionale retribuita. Per questo abbiamo accolto positivamente la richiesta dei produttori del film”, dichiara gaudente.

Verrebbe da dire: tutto da copione. Ed infatti il casting è già partito nella Casa delle Culture, nella scuola Penny Wirton, nel Centro servizi per famiglie di San Nicola e nella casa di comunità Villa Alta. A quanto pare, la pacchia non è ancora finita: e purtroppo non vale solo per il film.

Chiara Soldani

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Jacopo 15 Marzo 2019 - 12:36

Non mi è mai piaciuto, è al contrario di tutti quei polli senza testa che lo elogia o io ci ho sempre sputato su. Come tutti questi personaggi, indirizzano le masse di non pensanti sperando poi di ottenere denaro… È l’unica cosa a cui aspirano, della gente se ne fottono proprio.

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