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Chelsea, ovvero la casa dei deviati di Londra Ovest

by Roberto Johnny Bresso
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Chelsea tifosi

Roma, 26 nov – Oggi torniamo ad occuparci dei personaggi da folli libagioni del football, quelli che nel corso degli anni hanno contribuito a creare un’epica che, volenti o nolenti, fa parte dell’immaginario calcistico quanto i protagonisti sul campo. E poi, diciamocelo francamente, i calciatori di oggi sono quasi tutti così noiosi e stereotipati che viene naturale rivolgere uno sguardo alle care vecchie gradinate.

Quando tifare Chelsea era anticonformista

Se pensiamo al Chelsea attuale il pensiero va alla squadra più posh di Londra: ad una zona ricca ed espressione della Cool Britannia, alla squadra milionaria prima russa ed ora statunitense, a Vialli, Zola e Gullit, ad uno Stamford Bridge sempre gremito di turisti da ogni parte del mondo, a giapponesi che scattano foto dopo aver visitato i luoghi del film Notting Hill con Julia Roberts ed Hugh Grant. Ma non è sempre stato così, anzi. C’è stato un periodo nel quale tifare per i Blues era tutto tranne che una cosa alla moda e quelli erano i tempi degli Headhunters e della loro ala più estrema.

Una storia controversa

“West London Deviants: voglia di scioccare, insultare, offendere”. Così dicono di sé i membri della frangia più violenta, becera e razzista dei Chelsea Headhunters. Conosciuti dal 1977 come la Hounslow Mob, sono guidati dal loro leader Stuart Glass, coinvolto nell’operazione di polizia Extra Time, candidato per il National Front, nelle file del British National Party e militante del Combat 18. Il loro interesse per il calcio era alquanto relativo ed incostante: il Chelsea dava loro un ottimo pretesto per scatenare disordini e sfogarsi in ogni modo. In particolare sono sempre stati un’assidua presenza nelle trasferte europee, in quanto potevano ritrovarsi all’estero a bere a dismisura, commettere reati in maniera più agile e portarsi a letto il maggior numero possibile di prostitute! Il gruppo, sebbene dalla metà degli anni ’90 sia meno attivo, è comunque presente nelle grandi occasioni, non solo calcistiche. Infatti le loro escursioni sono spesso legate al turismo sessuale ed al consumo di droga. Durante un viaggio in Colombia, per esempio, il gruppetto dei Deviati si trovava in un bar nel quale accadde una rapina; gli accoliti di Glass, per nulla scomposti, presentarono Stuart come Don Corleone! Ai basiti rapinatori non rimase che restituire il bottino e scusarsi baciando la mano del sedicente Padrino… Questo atteggiamento da mafiosi però non era soltanto una posa, perché si narra che insieme a loro a Londra girasse un malavitoso di origini italiane della cosiddetta Northstandi Family. In un’altra occasione si rifiutarono di lasciare Cuba fino a quando sul loro passaporto non venisse scritto Deportato, in seguito ad una rissa in aeroporto con una squadra argentina che passava di lì per caso.

Per le trasferte in Europa prediligono bus o minibus, non mancando mai di apporre tocchi di classe come la bandiera Hate Bus (Bus dell’Odio) sul lunotto posteriore, tanto per chiarire le loro intenzioni da educande. Per dare un’idea definitiva del grado di follia di questo gruppo basti citare una trasferta a Bruges, durante la quale, nel vano tentativo di fuggire all’arresto dopo il furto in una gioielleria, Stuart Glass si gettò nel fiume… per riemergere sull’altra sponda atteso dai poliziotti! Quindi, se vi dovesse capitare di andare a Londra Ovest, mentre visitate l’immenso megastore del club nel quale è in vendita praticamente qualsiasi oggetto possiate concepire, pensate che è esistito anche un altro tipo di Chelsea molto meno rassicurante e, se volete trovare un punto d’incontro tra questi due mondi apparentemente così lontani, potete comprare l’inno del club Blue is the Colour, cantato da Suggs, frontman dei Madness e ancora presenza fissa allo stadio, il quale in gioventù ha fatto parte degli Headhunters.

Roberto Johnny Bresso

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