Roma, 31 gen – Tralasciando l’opera di santificazione e di richieste di “liberazione” di Ilaria Salis (ben oltre il semplice “riportiamola a casa” che pure ha avuto una notevole diffusione) andiamo a vedere chi è la persona in questione e di cosa è imputata nel processo attualmente in corso in Ungheria.
Chi è Ilaria Salis e di cosa è accusata
Ilaria Salis è una maestra di 39 anni, originaria di Monza, di orientamento anarchico e dichiaratamente “antifascista”. Era a Budapest per unirsi agli altri “antifà” in contrapposizione a un raduno a cui avevano partecipato vari gruppi di destra europei, riunitisi per il “Giorno dell’Onore” nella capitale magiara tra il 9 e il 12 febbraio del 2023 allo scopo di commemorare il battaglione tedesco che nel 1945 tentò di impedire la presa di Budapest da parte dell’Armata Rossa. L’accusa per la donna è di aggressione, concorso in lesioni e appartenenza a un’associazione terroristica con sede in Germania, denominata “Hammer Band” (secondo la stampa estera, per gran parte di quella italiana a quanto pare no, ma lo vedremo in seguito). Il rischio giudiziario è alto: 24 anni di carcere, anche se la procura unghere ha proposto un patteggiamento con pena più che dimezzata: undici “primavere”.
I fatti
Nel febbraio 2023 il gruppo di antifà di cui faceva parte la Salis aggredisce con percosse e manganellate diverse delle persone radunatesi a Budapest. Uno dei video registrati da una videocamera di sorveglianza, in particolare, ha fatto il giro del web, e riporta dell’aggressione a due delle vittime sulle nove totali (che restano misteriosamente due sempre per buona parte della stampa italiana, ma anche questo lo vedremo in seguito). Nel video gli aggressori hanno il volto coperto e sono irriconoscibili, e la polizia magiara arresta Salis in un momento successivo, fermandola in un taxi assieme ad altri due compari di nazionalità tedesca. La donna ha con sé un manganello, un elemento che ovviamente non poteva essere ignorato. Secondo la spiegazione successiva di suo padre “lo aveva portato con sé per un’eventuale difesa personale“. Ilaria è accusata di aver partecipato a due aggressioni, dopo il suo arrivo in Ungheria, in cui – se non dai video – sarebbe stata riconosciuta dai poliziotti locali.
La differenza tra le “versioni italiane” e le “versioni straniere”
È curioso notare che – come riportato anche da Francesca Totolo su Facebook – mentre per la stampa italiana si parla di una “attivista”, per quella tedesca non ci si risparmi a parlare di terrorismo, per quanto riguarda sia Ilaria Salis che coloro che erano al suo fianco in quelle convulse giornate. Così ad esempio fa Il Secolo d’Italia (peraltro, neanche un quotidiano di sinistra) che per lo meno mette in luce la differenza con le versioni opposte riportate Bild. Ma il giornale di suo pugno continua a definire la Salis “attivista”. Per quello tedesco è una possibile terrorista.
Fa peggio Il Fatto Quotidiano, che parla di “due persone che hanno riportato “ferite lievi” citando le vittime delle aggressioni a Budapest. Secondo la stampa tedesca, invece, le vittime ferite sarebbero ben nove, di cui sei in “gravemente”.
Nessun commento da Budapest
Intanto il governo di Budapest preferisce non commentare la questione, lasciando fare ai magistrati locali il loro lavoro, come riportato anche dall’Ansa nella giornata di ieri. “Sono questioni delicate”. Effettivamente, visto il carico ideologico esasperato a favore della cosiddetta “attivista” in patria (cioè, in Italia), è plausibile che l’Ungheria, già “circondata” per altre questioni, preferisca almeno per il momento mantenere un profilo basso.