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Chirurgia: arriva il robot in sala operatoria

by Paolo Mauri
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Davinci-robotTorino, 28 mag – Si chiama “da Vinci” in onore del famoso genio toscano il robot di precisione presentato alla clinica Santa Caterina da Siena di Torino.

Questo innovativo robot, messo a punto dalla Intuitive Surgical nella Silicon Valley (California), è operativo già da una quindicina di anni in circa 700 ospedali nel mondo. L’esordio dell’ultimo sistema, il modello Xi successivo al primo Si, avvenne presso l’ospedale Maggiore di Novara nel settembre dello scorso anno, successivamente venne introdotto presso altre strutture sanitarie come al Cà Foncello di Treviso e all’Istituto Humanitas di Rozzano (Milano).

Ora tocca al Santa Caterina da Siena di Torino dotarsi di questa rivoluzionaria tecnologia in grado di ridurre drasticamente sia i tempi operatori sia quelli di degenza: se prima per un’operazione alla prostata occorrevano circa 10 giorni di degenza post operatoria ora sono sufficienti solo 3/4 giorni in quanto l’intervento viene effettuato tramite moderne tecniche di laparoscopia che prevedono solo piccole incisioni di un centimetro. Con la robotica l’operatore lavora direttamente a una consolle (tipo videogiochi altamente sofisticato) che permette una millimetrica precisione nella dissezione dei tessuti, la correzione di eventuali tremori e movimenti e rotazioni non possibili dalla comune articolazione della mano (7 gradi di libertà) il che determina un più preciso risparmio dei fasci nervosi, il tutto avendo davanti una rappresentazione in 3D del tessuto da operare. Inoltre l’apparecchio è in grado anche di fornire degli esami ad alta risoluzione: è infatti capace di effettuare un esame cardiaco in appena 250 millesimi di secondo, una Tac a 128 strati e una risonanza magnetica “anti-claustrofobia”.

Il modello da Vinci Xi è l’ultima e più evoluta versione della tecnologia da Vinci. Rispetto alla precedente versione, il nuovo robot ha uno schema di lavoro opposto. I bracci scendono dall’alto e la loro posizione è impostata da un computer secondo schemi anatomici scelti dal chirurgo, in relazione ai diversi interventi. Il lavoro in parallelo dei bracci riduce il conflitto tra strumenti e permette loro di muoversi anche in direzioni opposte al verso consueto di operatività. Altra interessante caratteristica è il nuovo sistema di movimentazione dei bracci “Grab and Move“, che permette di movimentarli con netta riduzione dei tempi operatori. A queste innovazioni si aggiunge il fatto che il nuovo Xi è dotato di tutti gli optional a disposizione dell’Si, tra cui la visione in fluorescenza, le suturatrici robotiche e altri strumenti di emostasi.

Questo robot potrà essere impiegato per diverse procedure chirurgiche, in particolare in urologia (67% dell’attività), chirurgia generale (16%), ginecologia (10%), otorinolaringoiatria (4%) infine cardiochirurgia e chirurgia toracica (3%).

Rispetto alla normale chirurgia in laparoscopia il robot ha il pregio di non necessitare di un lungo periodo di formazione per il suo utilizzo essendo la robotica più intuitiva e semplice da imparare da parte dei chirurghi.

Il problema principale di questa tecnologia è il costo che si aggira intorno al milione e mezzo di euro per ogni apparecchio, limitandone quindi la diffusione a quelle strutture sanitarie pubbliche che hanno un bilancio positivo e che puntano alla qualità dei risultati.

Paolo Mauri

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