Roma, 20 dic – Corsa contro il tempo, titola l’Ansa. Quante volte abbiamo sentito queste parole, da inizio 2020? Quante volte le abbiamo lette? Non bastano infiniti lockdown e vaccini praticamente a tutta la popolazione: dobbiamo sentirle ancora, almeno leggendo i pareri di Guido Rasi, consigliere del generale Francesco Figliuolo.
“Corsa contro il tempo e Italia arancione”: cosa dice Rasi
L’Italia si sta avvicinando, ancora, per l’ennesima volta, alla zona arancione: così dice Guido Rasi, consulente scientifico di Figliuolo. Mentre continuano, a sua parola, “ad aumentare l’occupazione dei posti ospedalieri”. Quale può essere la conclusione? Ma è naturale: fare subito le terze dosi. Fondamentale fare le terze dosi. E indovinate un po’ l’aggiunta finale? Ma certo: “È una corsa contro il tempo”!
Nel frattempo il ministero della Salute chiede di rafforzare le misure. E l’appello è ripetitivo, ridondante: “Il Paese è in una fase epidemica acuta”. “Aumento del 70% dei posti occupati in intensiva, lockdown stringente per i non vaccinati”. Mentre Draghi convocando la famigerata “cabina di regia” per il 23 dicembre, paventa “ulteriori misure”. Mascherine all’aperto e la il tampone per eventi affollati. Omicron fa paura. Perché, almeno al momento, non si sa. Comunque, per Rasi la Delta è “in qualche modo sotto controllo, ma Omicron potrebbe sparigliare completamente le carte”. Nelle ultime 24 ore 24.259 positivi e 97 vittime. Tasso di positività al 4,3%. Un calo delle vittime, ma una risalita delle occupazioni delle intensive. Misteri e illogicità sempre maggiori.
È una corsa perpetua, senza fine
Corsa contro il tempo, ma con un virus che – come è logico – circola. Con un virus che – come è logico – si indebolisce. Con un virus che nella stragrande maggioranza dei casi continua ad essere innocuo. Ma non è sufficiente, vacciniamo anche se vaccinare non sta ottenendo i risultati sperati, richiamiamo anche se richiamare non sta ottenendo i risultati sperati, con i lockdown e le restrizioni perfino per i vaccinati, tanto per dare ulteriore seguito a questa strategia – se vogliamo chiamarla così – quanto meno discutibile, sulla base dell’osservazione dei fatti. È, insomma, una corsa che non può avere fine.
Alberto Celletti