Roma, 20 nov – Posto – come abbiamo detto in apertura quest’oggi – che un assassino efferato deve passare la vita in carcere, approfondiamo un altro tema: gli uomini che “chiedono scusa”. Di cosa, non si è ben capito. No, la retorica non attacca. “In nome di”, “in pegno di”. Se si è brave persone, non si ha nulla per cui chiedere scusa. Perché chiedere scusa simbolicamente significa infangare la propria natura sessuale in modo praticamente “auto-razzistico”. E questo no, non è decisamente accettabile. Uomini e donne hanno una dignità che va difesa. Sempre.
Gli “uomini che chiedono scusa”
Arriva un assassino, un violento, uno stupratore e ci sono uomini che chiedono scusa in quanto uomini. Tale Domenico, riportato dal Giornale, scrive così sui social: “”Voglio chiederti scusa da parte del genere maschile a cui appartengo e di cui mi sento lontano anni luce sempre di più. Scusa perché ci sono troppi uomini perché considerano le proprie donne un oggetto, un possesso e nulla più. Scusa”. A parte il fatto che le statistiche non dicono assolutamente quanto espresso nel pensiero appena citato (ma anzi, parlano di ristrettissime minoranze, circa 100 vittime nel 2023 su una popolazione di circa 30 milioni di maschi di cui la maggior parte adulti: è una maggioranza schiacciante o è un manipolo di tristi – ma difficilmente azzerabili, come tutte le malvagità umane – individui?), anche se fosse è francamente imbarazzante dover leggere di un uomo che si vergogna di essere uomo se non ha fatto niente di male ad alcuno. Oppure dobbiamo dedurre che ci sia qualcosa di cui si debba pentire?
Se si è persone per bene non c’è niente di cui scusarsi
Dovrebbe essere una banalità, e invece – in modo incredibile – non lo è. Vergognarsi del proprio genere per colpa di azioni altrui è quanto di più ignobile si possa esprimere, in un momento drammatico come questo. Di più: è indice di disagi mentali piuttosto seri. Se non addirittura di qualcosa di non confessato, di cui a questo punto è lecito sospettare. Incalziamo perché è giusto farlo: è ignobile tanto quanto il marciume dell’assassino di Giulia. Lo stesso assassino che non ha avuto pietà per una donna innocente. Non avere pietà per il proprio genere e addirittura infangarlo in questo modo non è meno grave.
Aurelio Del Monte