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Clandestini, è la “solidarietà obbligatoria” Ue ad essere un’idiozia (e Meloni forse lo sa)

by Stelio Fergola
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solidarietà obbligatoria

Roma, 1 lug – Non giriamoci troppo intorno, la “solidarietà obbligatoria” sul tema dei clandestini è una bella scemenza. Non solo un principio perdente come già in passato abbiamo avuto modo di sottolineare su queste pagine, ma proprio un’idiozia. Perché arriva a presupporre condizioni irrealizzabili.

Solidarietà obbligatoria, un modo per non contrastare la clandestinità

Fa acqua da tutte le parti, questo concetto di “solidarietà obbligatoria” che nei quartieri alti dell’Ue ora tentano di far passare, dopo che lo stesso era stato ossessivamente propagandato già dai media mainstream (sopratutto italiani, ovviamente). Imporre quote di clandestini significa sostanzialmente recepire l’immigrazione di massa e non contrastarla in alcun modo. La pretesa, poi, è la ciliegina sulla torta di una mentalità fallata alla base. Il “no” di Ungheria e Polonia dà una bella sberla ai diktat immigrazionisti che dicono di voler “legalizzare” (se legalizzo tutti gli omicidi, allora non ci saranno più assassini in giro, facendo questo brillantissimo ragionamento). Ma c’è qualcos’altro che stona, nel Consiglio europeo degli ultimi giorni, ed è l’approccio quanto meno curioso del premier Giorgia Meloni, schieratasi ufficialmente sul “sì” riguardo al meccanismo dei ricollocamenti, ma successivamente commentatrice in modo piuttosto neutri di quanto accaduto.

L’atteggiamento ambiguo del premier

Intervistato, il presidente del Consiglio ha commentato così il rifiuto di Budapest e Varsavia:”Non sono delusa dal no di Polonia e Ungheria”. Ora, una prima considerazione va fatta sui rapporti che il premier sta tenendo a livello internazionale: quello con il presidente ungherese Viktor Orban, almeno fino ad oggi, non è cambiato. L’Ungheria ha sempre rappresentato una sponda che, da leader dell’opposizione negli anni scorsi, la Meloni ha sempre mantenuto viva. E vi è rimasta anche dopo l’incarico ottenuto nell’ottobre del 2022. Ma c’è da fare anche un’altra considerazione: il capo del governo italiano difficilmente non avrebbe previsto un rifiuto del governo magiaro sulla questione della ossimorica “solidarietà obbligatoria”. Forse lo avrebbero previsto tutti, dal momento che Budapest sul tema è sempre stata chiara: da noi non si entra, è permesso solo se diamo l’assenso. Anche considerando le ulteriori affermazioni che Meloni ha espresso ieri (tra cui spicca un accorato “ho tentato di mediare fino all’ultimo”) non è da escludere la possibilità che il modo di giocarsela sia potuto essere proprio quello di “promuovere” un accordo il cui fallimento avrebbe potuto portare naturalmente a un approccio diverso. Ovvero: e se la smettessimo di spartirci clandestini e non li facessimo proprio arrivare? Chiaramente, si tratta solo di ipotesi, e vedremo cosa accadrà. Nel caso in cui tale deduzione abbia un fondo di verità, tuttavia, è difficile pensare che possa portare a dei risultati: l’immigrazionismo è un sistema culturale e schiavistico, prima ancora che economico, strutturato da decenni. Di cui Bruxelles è solo uno degli alfieri.

Stelio Fergola

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1 commento

Germano 1 Luglio 2023 - 9:24

Quando un politico sale al potere con i voti dei suoi elettori che lo premiano per la sua proposta di programma e quando arriva al potere cambia totalmente la sua linea e il suo discorso, non solo è un traditore ma dimostra e comprova di essere pagato dal solito potere globalista. Questa traditrice è corrotta ed è pagata da Soros & Co. per schierarsi a favore di questa mafia e contro quelli di noi che l’hanno votata. Finirai presto come un topo, la tua fine è nota anche se ti fanno credere che i sondaggi ti premiano.

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