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Un coniglio da 90 milioni: Koons è l’artista vivente più pagato di sempre

by La Redazione
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Roma, 19 mag – 91,1 milioni di dollari, la cifra record per un’opera di un artista ancora in vita. Il coniglietto in acciaio inox dell’artista americano Jeff Koons ha superato il primato stabilito lo scorso novembre dal dipinto di Hockney del 1972 “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)”.

Il vero nome della bizzarra scultura è semplicemente “Rabbit”. È stata realizzata nel 1986, ispirata ad un giocattolo gonfiabile, ed è in edizione limitata di tre soli esemplari.

Lo stravagante mercato dell’arte contemporanea si dimostra nuovamente in espansione e particolarmente orientato alle sculture metalliche. Il linguaggio ironico e Neo Pop di Koons ha senza ombra di dubbio catturato le mode e i desideri dei facoltosi collezionisti. L’ambito coniglietto anni 80 è stato acquistato dal gallerista Robert Mnuchin, padre del ministro del Tesoro statunitense Steven Mnuchin. L’asta record tenuta da Christie’s a New York era partita da 50 milioni di dollari, cifra quasi raddoppiata da Mnuchin per aggiudicarsi l’opera, l’ultima ancora proprietà di un privato delle tre copie esistenti.

Jeff Koons, oltre ad essere stato sposato per un anno con la pornodiva Ilona Staller, in arte “Cicciolina”, è considerato tra gli artisti contemporanei viventi più influenti. Ex operatore di borsa di Wall Street, è da anni la voce del consumismo occidentale e della banalità della vita moderna. Riconosciuto come erede di Andy Warhol, Koons ha conquistato il mercato dell’arte contemporanea a suon di sculture ritraenti cagnolini, palloncini, tulipani e celebrità come Michael Jackson. Nel 2013 ha anche partecipato alla realizzazione della cover dell’album Artpop di Lady Gaga, ideando per il disco una statua di cera raffigurante la cantante.

La fortuna di Koons può essere decifrata nel suo reinterpretare in chiave kitsch ed eccentrica la tecnica del ready-made resa celebre da Marcel Duchamp con la sua “Ruota di Bicicletta”.

Inevitabile è il confronto con altre alte d’arte record: due anni fa il “Salvator Mundi” di Leonardo veniva battuto sempre a New York per 450 milioni di dollari, proprietà ora del Louvre di Abu Dhabi ma scomparso misteriosamente da mesi. Cifre da capogiro anche per “I covoni” dell’impressionista Claude Monet, dipinto battuto in questi giorni a New York alla “Evening Sale” di Sotheby’s per oltre 110 milioni di dollari.

I più naïf e i puristi potrebbero chiedersi dov’è finita oramai l’arte in tutto questo dedalo di aste e collezionisti. Che fine ha fatto il termine “inestimabile”? O ancora, altri potrebbero domandarsi se lo spirito della contemporaneità è riassumibile semplicemente con un costosissimo coniglietto in acciaio.

Ebbene sì. Oggi tutto è mercato, e l’arte contemporanea è nella sua quasi totalità una burla, ironia, un giocattolo costoso. L’arte contemporanea è un coniglietto di acciaio inox.

Alberto Tosi

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