Tokyo, 1 mar – Il Giappone ha chiesto alle autorità cinesi di interrompere la pratica dei tamponi anali per il Covid-19 sui viaggiatori nipponici che entrano nel Paese. La procedura provocherebbe un “grande dolore psicologico”.
Kato (Giappone) chiede lo stop ai tamponi anali
Katsunobu Kato, segretario del governo giapponese, nel corso di una conferenza stampa ha protestato col governo di Pechino perché non ha ancora avuto una risposta dal governo cinese in merito allo stop della procedura dei tamponi anali. Kato ha fatto sapere che la richiesta verrà reiterata fino a quando non verrà accettata.
“Sofferenza psicologica”
“Alcuni giapponesi hanno denunciato alla nostra ambasciata in Cina di essere stati sottoposti a tamponi anali, il che ha provocato in loro una grande sofferenza psicologica”. ha dichiarato Kato. Non si sa con esattezza il numero dei viaggiatori giapponesi che sono stati sottoposti a questo test per determinare la presenza del coronavirus, ma secondo le autorità cinesi è particolarmente efficace. Secondo il Guardian, il ministero degli Esteri cinese, il mese scorso, ha smentito di aver fatto richiesta ad alcuni diplomatici Usa in arrivo in Cina di sottoporsi ai tamponi anali, notizia diffusa da alcuni media.
Ma per i cinesi sono più efficaci
I tamponi anali possono “aumentare il tasso di rilevamento delle persone contagiate”, afferma Li Tongzeng, medico dello Youan Hospital di Pechino interpellato dall’emittente televisiva China Central Television. Una maggiore efficace nella rilevazione dovuta, secondo il medico cinese, al fatto che le tracce del virus restano più a lungo nel canale rettale rispetto al tratto respiratorio. La scorsa settimana questa metodologia è stata applicata ai residenti delle aree di Pechino in cui sono stati attestati casi di contagio e pure a chi si trova in apposite strutture per la quarantena. In ogni caso, stando a quanto riferito dalla tv statale cinese, i tamponi anali non dovrebbero essere usati su vasta scala poiché questa tecnica non è considerata “conveniente”.
Ilaria Paoletti
2 comments
Se le tracce del virus restano più a lungo nel canale rettale devo mettere la mascherina anche nelle mutande? E quando faccio la cacca la devo cremare?
Se le autorità cinesi iniziano a “giocare” sui controlli oro-fecali, a questo punto i prodotti cinesi, soprattutto alimentari, non debbono neppure varcare la frontiera! E sarebbe ora. Tanto hanno solo il tè e la qualità migliore ormai se la bevono quasi tutta solo loro (a noi rifilano soprattutto aflatossine e aromi non certo naturali).