Boston, 14 lug – Terremoto azzurro in NBA, scopriamo insieme le nuove avventure dei migliori alfieri della palla a spicchi italiana.
DATOME – Si conclude in un’assolata giornata di luglio l’avventura oltreoceano di Luigi Datome. L’ex Boston Celtics e Detroit Pistons torna in Europa sulla sponda asiatica del Bosforo a Fenerbahçe, club allenato dal serbo Zelimir Obradovic, per volontà del dirigente, anche lui ex NBA, Maurizio Gherardini, che dal maggio 2014 lavora ad Istanbul. Gigi, soprannominato Jesus per la sua capigliatura e la folta barba, capitano della nazionale italiana di pallacanestro, cercava l’opportunità di essere perno di un progetto e delle rotazioni di una formazione, ma sopratutto la possibilità di vincere e dimostrare sul campo quanto il suo agonismo e il suo tiro, potessero fare male e in Turchia lo ha trovato. Anche Milano, nelle scorse settimane, si era messe sulle orme dell’ex Virtus Roma, ma il progetto Fenerbahçe, reduce dalle final four di Eurolega, lo ha convinto.
BELINELLI – Chi invece ha capitalizzato al massimo, in termini salariali, un anello e la vittoria nella gara da 3 punti, al NBA All-Star Weekend 2014, è Marco Belinelli che ha firmato un triennale con i Sacramento Kings alla cifra di 19,5 milioni di dollari. L’emiliano lascia i San Antonio Spurs, che non potevano pareggiare l’offerta dei californiani, per abbracciare le idee di Vlade Divac trovando giocatori del calibro di Rajon Rondo, Kosta Koufos, Caron Butler, Omri Casspi e DeMarcus Cousins allenati da George Karl, tecnico che ha sempre avuto grande considerazione per gli italiani dai tempi di Danilo Gallinari a Denver. Ma, chi ha un vero debole per Beli è Vivek Ranadive, patron dei Kings, che segue la guardia tricolore dai tempi dei Golden State Warriors riuscendo finalmente a metterlo sotto contratto.
BARGNANI – Due anni al minimo salariale, 1,4 milioni di dollari, con opzione, a suo favore, sulla seconda stagione, da qui riparte la scalata NBA di Andrea Bargnani. Il romano ha firmato con i Brooklyn Nets rimanendo a New York dopo il biennio alla corte dei Knicks, dove il Mago ha dovuto combattere contro problemi fisici, stampa, spogliatoio ed un ambiente a lui avverso. Il trasferimento alla franchigia di Mikhail Prokhorov non è passato inosservato e i giornalisti della Grande Mela lo hanno bersagliato, arrivando a definirlo un giocatore non da NBA. Bargnani a 29 anni cerca l’ennesimo rilancio – resta da considerare che viaggia nella sua carriera a stelle e strisce alla media di 15 punti a sera – dopo gli infortuni e la fama di scontroso e poco disponibile. Poteva ritrovarsi come compagno proprio Belinelli, già visti insieme ai tempi di Toronto, ma ha preferito scegliere di rimanere ad Est in una squadra in profonda ricostruzione, dove nel ruolo di ala grande può trovare minuti in rotazione, più difficile a Sacramento dove sarebbe stato chiuso dal talento irascibile di Cousins.
GALLINARI – Infine il cristallino talento di Danilo Gallinari che è stato accostato, dal Boston Herald, ai Celtics. Il Gallo entra nell’ultimo anno di contratto con i Denver Nuggets e i suoi 12 punti di media a gara piacciono molto in Massachusetts, anche per via della naturalezza nel tiro da dietro l’arco. Per il momento sono solo voci di mezza estate, ma anche per il lodigiano sembra arrivato il momento di cambiare casacca.
Lorenzo Cafarchio
Datome il turco e gli altri: le storie degli italiani in Nba
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