Roma, 12 gen – Per un paio d’anni, Anthony Fauci è stato considerato una sorta di mentore infallibile sulla gestione del virus e della pandemia Covid. Questo sebbene di scheletri nell’armadio ne avesse rivelati diversi anche ad emergenza “in corso”. Ebbene, interrogato dalla Commissione sulla pandemia di coronavirus istituita dal Congresso Usa, viene fuori sostanzialmente questo: era tutto fake. O, se preferite, spesso casuale. Dal distanziamento alle decisioni sui vaccini.
Fauci, il mentore del Covid: “Probabilmente non ci siamo basati su dati scientifici”
In 14 ore di interrogatorio Fauci smentisce praticamente tutta la sua brillantissima carriera a base di Covid. Secondo il medico Brad Wenstrup, presidente della Commissione, la testimonianza dell’ex-divinità “ha rivelato fallimenti sistemici nel nostro sistema sanitario pubblico e ha fatto luce su gravi problemi procedurali con la nostra autorità sanitaria pubblica”. Come la stessa imposizione degli obblighi vaccinali: oggi Fauci ammette che quelle azioni potrebbe aumentare l’esitazione a vaccinarsi dei cittadini, mentre nel 2021 era convintissimo che “quando si rende difficile la vita alle persone, queste dimenticano le loro stronzate ideologiche e si vaccinano”.
Inoltre, secondo Wenstrup, “le opinioni dissenzienti spesso non venivano prese in considerazione o venivano soppresse completamente. Se dovesse verificarsi una futura pandemia, la risposta dell’America dovrà essere guidata da fatti scientifici e dati certi”.
Poi altre perle. Il distanziamento sociale? A caso, sostanzialmente. Ora Fauci se ne esce asserendo che “probabilmente non ci siamo basati su dati scientifici”. Probabilmente, quindi non si sa. Non si capisce. In ogni caso, l’immunologo ci ha tenuto anche a precisare che la fuga del virus da Wuhan non era una posizione complottistica. Ah beh.
I 100 “non ricordo”
Fa abbastanz ridere il conteggio eseguito anche da La Verità sugli oltre 100 “non ricordo” che Fauci ha pronunciato di fronte alla Commissione stessa. Cade il mito di un personaggio considerato alla stregua di una divinità infallibile per due anni e che chi osava constestare (basandosi sul raziocinio ma anche banalmente sulle osservazioni di altri scienziati in chiaro disaccordo, ne abbiamo avuto una testimonianza anche in Italia, tra le tesi di un Matteo Bassetti e di una Maria Rita Gismondo, con la seconda non si capisce come non considerata attendibile a differenza del primo) doveva preparasi a ricevere la solita patente di “negazionista” (non si capisce di cosa, poi). La stagione incredibile – non esistono altri termini per definirla – del Covid trova il suo degno epilogo nell’interrogatorio in questione. E pone interrogativi molto seri per il futuro: si potranno mai raggiungere livelli paragonabili di follia in futuro?
Aurelio Del Monte