Nonostante il periodo difficile, stretto fra la congiuntura negativa e il calo del prezzo del petrolio che hanno fortemente impattato sui conti del cane a sei zampe, Eni non rinuncia a premiare i propri dipendenti, che riceveranno in media 2mila euro a testa ogni anno. La corresponsione sarà comunque legata ai risultati in termini di redditività aziendale e delle singole unità di business.
Per Eni si tratta di “un accordo positivo che conferma la solidità del nostro modello di relazioni industriali basato su coinvolgimento e dialogo costante con le organizzazioni sindacali a tutti i livelli” e che “valorizza ulteriormente l’approccio costruttivo e dinamico dei lavoratori al miglioramento dei risultati aziendali, attraverso la correlazione tra compensi e risultati ottenuti di produttività e redditività, in un’ottica di sostenibilità di tutte le nostre linee di business, riconfermando inoltre i meccanismi virtuosi per contrastare l’assenteismo”. L’accordo, conclude la nota, è “caratterizzato da impianto e criteri univoci, coerente con il processo di trasformazione avviato da un anno nella società e consente di valorizzare il contributo di tutte le persone di Eni“.
Filippo Burla