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Eroi dimenticati: Antonio Pannella, il caduto del monte Veliki Hrib

by Tommaso Lunardi
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Roma, 2 dic – Antonio Pannella era uno dei tanti reggini che parteciparono al primo conflitto mondiale e che, per difendere il proprio Paese, diedero la vita sulle montagne più antiche d’Italia.
ANTONINO
Il vero nome dell’eroe in questione era Antonino, non Antonio, come riportano le fonti e i discendenti diretti ed era figlio di un umile artigiano di nome Francesco e di Saveria Sauleo. La sua era una famiglia di devoti patrioti che rendevano continuamente omaggio allo Stato e alla bandiera italiana, per questo Pannella crebbe nella totale devozione verso il suo Paese. Nel 1915, pertanto, venne chiamato alle armi per combattere al fronte e lui accettò di buon grado.
COMBATTENTE ANCHE SE FERITO
Al fronte rimase per ben due anni. Le prime imprese sono quelle di Bosco Cappuccio, sui Monti Sei Busi e sul San Michele in Slovenia. Antonio Pannella subì quattro ferite gravi ma si riprese in un batti baleno e ritornò all’azione più pronto di prima. Assegnato alla 9° compagnia del III battaglione, venne posto a capo di un pugno di uomini con i quali portò a termine valorosissime imprese.
Nel gennaio 1917 un bombardamento nemico fece crollare una trincea. I soldati compagni di Pannella rimasero intrappolati sotto le macerie. Sarebbero morti se non fosse intervenuto l’eroico soldato reggino che si mise a scavare nella dura roccia riuscendo a salvare moltissimi dei suoi connazionali. Per questo gesto si meritò un encomio solenne.
Antonio Pannella ottenne, poi, una medaglia d’argento al valor militare per aver raggiunto e sottratto al nemico Quota 174 e il 14 maggio 1917 – mentre gli austriaci tentavano di riconquistare la posizione – respinse il contrattacco scemando i tentativi di riconquista di posizioni da parte dei nemici.
Il 27 agosto dello stesso anno, Pannella cercò di porre definitivamente fine alle offensive austro – ungariche. Nei pressi del monte Veliki Hrib comandò i suoi uomini all’attacco; tuttavia venne freddato da un colpo di arma da fuoco nemico a soli ventun’ anni.
In suo onore gli venne commemorata una medaglia d’oro al valor militare recitante: “In tutti i combattimenti cui prese parte tenne sempre il primo posto, il più vicino di fronte al nemico. In una asprissima azione, per tre giorni e due notti, con i suoi fanti affascinati dal suo fulgido valore contese con mirabile tenacia, palmo a palmo, un tratto di trincea nemica, su cui riuscì ad affermarsi ed a mantenersi solidamente, nonostante le alterne vicende dei combattimenti che si svolgevano ai suoi fianchi, anche quando venne a trovarsi, con pochi uomini rimastigli, isolato dal resto del battaglione. Quasi privo di munizioni, di viveri, di acqua, fu sereno, fortissimo, fiducioso sempre. Cadde gridando ancora “Avanti!” ai pochi superstiti che, così incitati, respinsero vittoriosamente un violento nuovo contrattacco avversario e resistettero ancora da soli per parecchie ore”.
Tommaso Lunardi

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