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Eroi dimenticati: Ferruccio Antonio Talentino, l’alpino conquistatore del monte Busa Alta

by La Redazione
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Roma, 14 lug – Ferruccio Antonio Talentino nacque a Madrid l’8 luglio 1896, dove i suoi genitori si trovavano per lavoro. Trasferitori a Torino per continuare gli studi, nel novembre del 1915 venne chiamato alle armi. L’anno successivo, dopo aver frequentato il corso allievi ufficiali, ottenne il grado di sottotenente.
Assegnato alla 152° Compagnia del Battaglione AlpiniMonte Arvenis”, al fianco dei suoi commilitoni si distinse durante numerosi combattimenti nel settore del Pal Grande, Pal Piccolo e Freikofel, in Carnia. Il 5 ottobre 1916 partecipava alla conquista del monte Busa Alta insieme alla 152° Compagnia ma d’improvviso il nemico austriaco fece brillare delle mine sulla sommità del monte, provocando così una valanga di detriti che travolse i valorosi soldati italiani impegnati nella scalata.
Il sottotenente Ferruccio Antonio Talentino rimase illeso e venne incaricato al comando della compagnia il giorno stesso.
La notte seguente venne organizzata nuovamente la scalata del monte, con il favore delle tenebre i coraggiosi alpini riuscirono a raggiungere la vetta per poi scagliarsi all’attacco della trincea nemica alle prime luci dell’alba. Ne seguì un sanguinoso scontro corpo a corpo durante il quale Talentino cadde eroicamente al fianco di altrettanto valorosi alpini, la vetta venne infine conquistata nonostante i numerosi contrattacchi austriaci.
Per onorarne il sacrificio fu inizialmente decretata la concessione della medaglia d’argento al valor militare successivamente tramutata in medaglia d’oro nel 1923 con la seguente motivazione: “Si offriva spontaneamente, per condurre alla conquista di una formidabile posizione montana un plotone, che nel tentare quell’impresa quasi fantastica, aveva perduto il proprio comandante e parecchi gregari, rimasti schiacciati dai macigni fatti rotolare dall’alto e dalle mine fatte brillare dal nemico. La perdita di uomini a lui vicini nella preparazione dell’attacco non affievoliva il suo generoso slancio e scalata la posizione, superando rocce quasi a picco con l’aiuto di funi, sotto il tiro incrociato delle mitragliatrici e getto di bombe, si slanciava eroicamente all’attacco, alla testa dei suoi. Balzato primo nella trincea avversaria, difesa da una compagnia di Kaiserjager, con sommo disprezzo del pericolo e leonino coraggio impegnava una lotta corpo a corpo, finché cadeva colpito a morte. Eroico sacrificio, che valse a condurre il resto delle truppe alla vittoria con la conquista di quelle importanti posizioni. Monte Busa Alta (quota 2456), 5 -6 ottobre 1916”.
Nicola Ravelli

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