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Eroi dimenticati: Giuseppe Massina, il valoroso soldato di Gaser

by Tommaso Lunardi
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Roma, 15 giu – La Libia, l’Etiopia, la Somalia, sono Paesi che, sotto metri e metri di sabbia, nascondono i corpi dei nostri valorosissimi soldati, caduti per la difesa dei confini anche al di fuori dell’Italia. Per alcuni di loro la vita nell’esercito era qualcosa di irrefrenabilmente importante e, per questo, non lo abbandonarono mai.

Il Carabiniere ragioniere

E’ il 1901 quando, a Como, nasce Giuseppe Massina. Sono anni difficili quelli per l’Europa. La Belle Epoque illude, quasi, l’uomo europeo di essere in un periodo di pace e di prosperità perpetua e non lo prepara a quella che sarà la prima guerra mondiale. Massina, tuttavia, decide di godersi la vita e, a 19 anni, ottiene il diploma di ragioniere nella sua Como.

L’esperienza della prima guerra mondiale, tuttavia, segnerà il giovane Giuseppe Massina che deciderà di entrare a far parte dell’Arma dei Carabinieri e di avanzare di grado all’interno dell’Esercito. Nel 1927, infatti, arriva la nomina a tenente ma, tutto d’un tratto come tutto era iniziato, Massina si ritira a vita privata e ricomincia a svolgere la mansione di ragioniere.

Il ritorno in Arma

Nel 1935 scoppiò la Guerra d’Etiopia e la pulce nell’orecchio arrivò anche a Massina. L’ex Carabiniere ritornò, pertanto, in caserma e si arruolò per il fronte. Quando gli venne detto che sarebbe stato posto come soldato semplice, lui accettò comunque. Arruolatosi nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, Massina venne inviato a Saganèiti, in Eritrea. Qui combatté al fianco dei soldati del battaglione alpino “Pieve di Teco” fino al 1938.

In questa data, infatti, Giuseppe Massina venne affidato al battaglione coloniale. Il suo compito era quello di creare una banda di soldati africani fedeli all’Italia per resistere ai ribelli abissini. Il 18 giugno 1937, mentre difendeva la zona di Gaser, l’impeto nemico fu impossibile da sostenere. Giuseppe Massina venne ferito prima ad un braccio poi, mentre incitava i soldati, venne colpito una seconda volta al petto.

In suo onore gli venne conferita una medaglia d’oro al valor militare: “Volontario di guerra come milite di una divisione CC.NN. Magnifica tempra di soldato, entusiasta ed animatore, sprezzante del pericolo e del disagio, sempre fra i primi. Alla testa della sua banda irregolare, da lui creata, si slanciava all’assalto di fortissima posizione nemica infliggendo all’avversario notevoli perdite. Ferito gravemente al braccio, rifiutava l’aiuto di un capo banda, che voleva portarlo al vicino posto di medicazione, non solo, ma invitava lo stesso graduato ed i gregari accorsi a non curarsi di lui che continuava a combattere, esortandoli a mantenere ad ogni costo la posizione occupata. Colpito una seconda volta al petto, in un supremo sforzo di eroismo e dedizione, si buttava ancora nella mischia al grido di: “Savoia” finché cadeva gloriosamente. Mirabile esempio di belle ed elevate virtù militari”.

Tommaso Lunardi

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