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Europa, accelerazione, potenza: il convegno 2.0 di Kulturaeuropa

by Sergio Filacchioni
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Europa

Roma, 12 marzo – Si è svolta ieri pomeriggio la tavola rotonda indetta da Kulturaeuropa che ha avuto come tema l’Europa nell’interpretazione rivoluzionaria di accelerazione e potenza. Il convegno ha visto la partecipazione di diversi esponenti del mondo accademico, intellettuale e professionale.

Europa e potenza

“A tre anni dall’inizio delle nostre attività – afferma l’associazione – vogliamo poter dare nuovamente corpo alle nostre iniziative e alle idee e alle proposte che da tempo proponiamo per il mondo che ci circonda. Occorre un ripensamento del modello organizzativo italiano, al fine di avviare una profonda modernizzazione del Paese. Vi è necessità di un radicale ripensamento dell’idea che abbiamo di Europa, avviando una fase di unione politica in senso federale”. Questo il leitmotiv di un convegno che ha visto ospiti ed interventi di spessore che hanno contribuito a delineare una fisionomia nuova per una politica europea e rivoluzionaria: a partire dall’intervento di apertura del Prof. Giuseppe Scalici che ha “battezzato” il convegno con un’interpretazione del ruolo geo-spirituale dell’Europa attraverso le lenti di Ernst Junger e Carl Schmitt; passando per il Prof. Francesco Ingravalle che ha invece sottolineato i limiti “nazionalistici” di un progetto europeo; per arrivare agli interventi più “tecnici” del Prof. Gian Piero Joime, Francesco Boco, Marco Massarini e Francesco Guarente che hanno dato ottimi spunti sulle sfide che l’Europa dovrà (o dovrebbe) affrontare come un unico “blocco” e che spaziano dall’energia, alla nuova tecnica dell’era digitale ed infine al lavoro, nodo cruciale su cui si sono soffermati nell’ottica della sfida partecipativa. A chiosa del convegno, infatti, gli interventi di due sindacalisti d’eccezione: Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’UGL; ed Ettore Rivabella, reggente della UTL di Genova e membro dell’Istituto Stato e Partecipazione.

Per una partecipazione europea

Gli ultimi interventi, infatti, hanno tentato di rispondere alla grande crisi della rappresentanza democratica in relazione alle nuove potenze “sovranazionali” emergenti e alle sfide di un mondo del lavoro ultra-finanziario, che come nota Rivabella ha rinunciato ad essere un “capitalismo del reale” in favore di una finanza astratta che precarizza ed indebita. Si registra l’intervento di Sergio Filacchioni, responsabile nazionale del Blocco Studentesco, che a margine degli interventi ha espresso la necessità di avere sulla scuola una visione strategica chiara: una visione che possa letteralmente “riconvertire” l’istruzione da una struttura creatrice di consumatori e non-cittadini, ad una in grado di creare “produttori” che abbiano gli strumenti tecnici e spirituali per dominare (e non essere dominati) l’epoca delle grandi transizioni, pena il fallimento di qualsivoglia progettualità sul futuro. Il convegno è un ennesimo mattoncino nel cantiere di un’Europa finalmente sganciata dall’immobilismo e la sciatteria di Bruxelles. Parola d’ordine: accelerare!

La Redazione

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