Parigi, 7 giu – “Je so’ pazz, nun ce scassat o cazz”. Dicembre 2015 ottavi di finale di Coppa Italia, Juventus-Torino. Il primo tempo vede le due compagini piemontesi inchiodate sullo 0-0, quando all’alba del minuto 28, Alvaro Morata crossa al centro dell’area granata e trova pronto alla battuta a rete Simone Zaza. Il lucano con un sinistro in volée, da posizione completamente scomposta, cadendo alla sua destra, infila il pallone sotto il sette. Il popolo bianconero esplode e con lui la grinta del numero 7, giovane concubino della Vecchia Signora. “Je so’ pazz” è la sua recita durante l’esultanza, Masaniello si sta facendo le ossa.
Un passato con la maglia dell’Atalanta, della Sampdoria, della Juve Stabia e poi il crescendo tra Viareggio, Ascoli, Sassuolo e dalla scorsa annata ha trovato il suo posto allo Juventus Stadium. Un fisico imponente, 83kg spalmati su 186cm di altezza, che trova nella corsa e nel sacrificio le sue doti da virtuoso dell’attaccante atipico. Si perché Zaza di mestiere fa la punta, ma lo puoi trovare a rincorrere l’avversario fin nella sua metà campo, Balotelli docet(!), lo puoi vedere in tackle su di un difensore o in anticipo sul mediano che cerca di arginarne i movimenti. Ma i goal? Pochi, ma decisivi come la gemma che ha spianato la strada verso lo scudetto alla Madama contro il Napoli.
I bianconeri sono chiusi dietro, Pogba recupera il pallone e apre le danze per la ripartenza dalla Juve. Palla a Cuadrado, doppio dribbling, e Khedira lancia per Alex Sandro che vola in cielo appoggiando la sfera di testa ad Asamoah. Il ghanese vede Zaza e lo serve. Koulibaly, gli lascia un metro, il ragazzo di Policoro finta con il corpo a sinistra e se ne va a destra, con la leggiadria del pugno di Giovanni Parisi, tocca due volte il pallone ed esplode il sinistro. Leggerissima deviazione di Albiol e all’88esimo la Juventus tira fuori dal cassetto, siamo al 14 febbraio, ago e filo per cucirsi sulla pelle il quinto scudetto consecutivo. Lo Stadium è in visibilio, gli altoparlanti sputano fuori Chelsea Dagger dei The Fratellis e la festa ha inizio.
“Il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti”, vergava George Bernard Shaw e Simone Zaza ha preso questa frase alla lettera. Centravanti un po’ Gianluca Vialli, un po’ Fabio Quagliarella deciderà gran parte dell’estate italiana con indosso i colori azzurri. Il suo destro-sinistro, le sue sgroppate, la sua barba, la sua rabbia, il fatto di voler dimostrare di essere ben più di un panchinaro – di lusso – con la casacca della Juventus decideranno dove portarci. Sarà una mesta eliminazione al primo turno od un vento caldo come a Berlino dieci anni fa? La pazzia di Zaza ci segnerà la via.
Lorenzo Cafarchio
1 commento
Come sempre dipenderà tutto dalla difesa. Una cosa è certa: Conte non si discute come allenatore, otterrà il massimo dai giocatori scelti. Ma quanto sarà questo nassimo?