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Tutte le contraddizioni di Facebook sul caso delle notizie manipolate

by Roberto Derta
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facebook-down1Roma, 13 mag – Si allarga lo scandalo sugli interventi censori di Facebook, che orienterebbe le notizie da mostrare in bella evidenza in base a una linea editoriale tutta politica (dando spazio alle battaglie progressiste e censurando le news conservatrici, in sostanza).  Ora non si tratta più di voci, talpe, rumors, dichiarazioni anonime. Spuntano infatti dei documenti interni.

Si tratta di una guida a uso interno diffusa dal Guardian, da cui si evince con chiarezza che dietro la sezione Tendenze, che in Italia non vediamo ma è attiva sul social network in lingua inglese e in fase di sperimentazione in spagnolo e portoghese, c’è una piccola squadra che decide quali devono essere gli argomenti caldi di cui far discutere gli utenti. Una dozzina di persone, in grado però di orientare l’opinione pubblica mondiale. Non è quindi un gelido e formale algoritmo a decidere le notizie da mostrare in base all’interesse spontaneo degli utenti. Al contrario, ogni passaggio risente di decisioni umane e dunque editoriali.

Dopo la diffusione del documento – 21 pagine ad uso e consumo della squadra incaricata di pilotare le news – Facebook è stato costretto a fare marcia indietro, dato che inizialmente aveva negato che ci fosse un team specializzato addetto a tale compito. Dopo la fuga di notizie, ha però addirittura diffuso un nuovo manuale destinato proprio a quella squadra di cui fino a poco prima negava l’esistenza. Nel nuovo manuale assemblato alla bell’e meglio per placare la stampa, Facebook ha spiegato che gli incaricati del controllo delle news svolgono un lavoro di puro controllo dell’attività di un algoritmo, limitandosi ad assegnare categorie tematiche, a verificare che il fatto sia vero, a distinguere notizie nazionali e globali, cose così. Sembra, tuttavia, che a volte l’algoritmo venga corretto in modo sostanziale, come per esempio quando si vuole evidenziare una notizia che il cervello elettronico ha “bucato” ma che pure è di importanza oggettiva. Tutto sta a capire fin dove si spingano questi interventi.

Roberto Derta

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