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Firenze, aule concesse per il Ramadan: quando la scuola non censura solo quello che gli fa comodo

by Andrea Grieco
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ramadan

Firenze, 27 mar – Scoppiano le polemiche per la decisione del preside dell’istituto tecnico Marco Polo di Firenze, Ludovico Arte, di concedere un’aula della scuola come spazio di preghiera per gli alunni di fede musulmana durante il periodo del Ramadan. Lo stesso ha affermato di aver individuato degli spazi liberi della struttura per seguire la richiesta di alcuni suoi studenti, i quali potranno così riunirsi durante la ricreazione: “La mia scelta non favorisce la religione musulmana – racconta il preside intervistato a Mattino Cinque – ma arriva dopo una richiesta che mi è sembrata ragionevole”.

Aule per il Ramadan è “accogliere posizioni diverse”

La scelta del dirigente scolastico fiorentino ha fatto molto discutere, il caso ha fatto levare molte voci di protesta che invocano il principio di laicità della scuola, il quale sarebbe stato disatteso con questa concessione di aule per i giovani fedeli. Il preside Arte ha così replicato: “In una scuola laica non si proibisce, non si censura, ma si accolgono le diverse posizioni. La mia laicità mi dice che tutti devono trovare spazio. Tutte le posizioni: quelle politiche, culturali e religiose”. Parole che difficilmente potrebbero trovare opposizione, sebbene la situazione della scuola italiana sia completamente all’opposto di come viene rappresentata dal dirigente dell’istituto Marco Polo.

Scuola luogo di dibattito su posizioni diverse? Sì, ma solo quelle che piacciono alla sinistra

La scuola è sempre più spesso il terreno privilegiato dalla sinistra per un indottrinamento senza quartiere: dall’ideologia gender portata avanti a suon di convenzioni con le sigle Lgbt all’antifascismo ideologico, incarnato da protocolli d’intesa tra Ministero dell’Istruzione e Anpi. La scuola dove “si accolgono le diverse posizioni” ha trovato il suo esempio lampante proprio a Firenze, con l’aggressione da parte dei collettivi antifascisti ai danni di chi non la pensa come loro. La critica al fatto di cronaca in questione si iscrive all’interno di questo contesto culturale e politico, le imposizioni ideologiche di professori e presidi mascherate dal politicamente corretto e dalla tolleranza stanno sempre di più trasformando le aule in tribunali dell’inquisizione, dove il pensiero critico si sacrifica sull’altare democratico.

Andrea Grieco 

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