Berlino, 13 ago – Bene a Glasgow e malissimo a Berlino. Potremmo sinteticamente giudicare così i campionati europei a più specialità che si sono svolti in contemporanea tra Scozia e Germania. Nelle classifiche per nazioni l’Italia è arrivata terza nel nuoto, con 60 medaglie di cui 15 ori. Mentre si è piazzata solo al sedicesimo posto nell’atletica, con 6 medaglie e un solo oro.
Numeri esaltanti da una parte e impietosi dall’altra. Nuoto in vasca, nuoto in altura, tuffi, le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno vinto un po’ in tutte le specialità. Davvero una bella Italia senza considerare le prestazioni negative di Pellegrini e Paltrinieri, lontanissimi dai loro livelli e dalle medaglie che contano. E l’aria tricolore di Glasgow ha giovato anche al ciclismo dove Matteo Trentin si è diplomato campione continentale su strada e dove abbiamo portato a casa una medaglia di bronzo anche nel golf a squadre con gli azzurri Laporta-Tadini che hanno vinto un bronzo.
Malissimo dicevamo l’atletica. A Berlino tante aspettative ma ben pochi risultati. Il medagliere, senza i podi della maratona a squadre, passerebbe dal 16esimo a 23esimo. Mai così male da 60 anni. Unico oro nella maratona a squadre dove è stata premiata la somma dei piazzamenti dei nostri tre rappresentanti ma non la singola vittoria. Nulla di eclatante visto che i podi a squadre valgono solo per le statistiche. Fatta la tara delle medaglie a squadre non abbiamo vinto nessun oro, come nel 1958 in Svezia.
La nostra punta di diamante Filippo Tortu, speranza sui 100 metri, nonostante un discreto tempo in finale (10.08), non è riuscito a impensierire i rivali, in realtà tutti atleti di origini africane. Anche la nostra Nazionale si è avvalsa di italiani di “seconda generazione” o di naturalizzati ma questo non ha comunque giovato alla causa. Delusione anche dalle promesse dall’alto come Elena Vallortigara e Gianmarco Tamberi. La nostra spedizione era formata da 81 atleti. Solo 11 hanno migliorato il loro personale, 8 lo stagionale. Di 60 impegnati in turni, 30 sono stati subito eliminati. Problemi evidentemente di programmazione e gestione. E all’orizzonte ci sono già i Mondiali di Doha del 2019 e l’Olimpiade di Tokio del 2020 che mettono apprensione.
Anna Pedri
Flop azzurro in atletica: quando i "nuovi italiani" non servono a nulla
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6 comments
per chi è praticante di arti marziali e sport da combattimento (ove una “castagna” ti lascia livido o tumefatto un occhio per un bel pò) vedere questa “campionessa” dopo appena un paio di giorni senza nessuno conseguenza o strascico nell’occhio colpito, lascia decisamente perplessi,soprattutto quando —secondo certa stampa— “stava per perdere l’occhio”.
sia ben chiaro: al coglioncino che ha lanciato uova ad una donna,un paio di occhi neri sarebbero stati per quell’infame gesto un ottimo make-up maschile alternativo.
Ottimo commento
Nel 2015 il PdR ha concesso con decreto la cittadinanza alla medaglia di bronzo della maratona, mi sembra che la legge dica che si può adottare questa procedura solo ove vi sia un eccezionale interesse per lo Stato
non è questione di bianchi o neri serve una cultura sportiva diversa,che porti idee e programmi e servono strutture adeguate,in alcuni sport siamo a livelli dilettanteschi
A cosa servono le nazionali se riflettono qualsiasi etnia? Prendiamo il calcio: per la multirazzialità ci sono già i club, a cosa serve una nazionale se al proprio interno sono rappresentate più razze, più etnie e più culture? (Ovviamente tutte da rispettare). La nazionale francese di calcio è praticamente una squadra africana… A quel punto aboliamo le nazionali e facciamo solo club, o addirittura atleti che partecipano a titolo personale se si tratta di sport individuali.
Serve a fare il lavaggio del cervello alla gente che non esisteranno più nazioni con i loro popoli autoctoni ma solo enti sovranazionali composti da tante etnie tutte diverse le une dalle altre, la UE è il classico esempio in questo senso!!