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Fontana a gamba tesa su immigrazione e identità: "Non bisogna omologarsi"

by Chiara Soldani
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Milano, 15 ott – Lorenzo Fontana entra a gamba tesa sul tema immigrazione. In occasione della scuola di formazione politica della Lega (tenutasi a Milano), il ministro per la Famiglia e le disabilità ha trattato la “questione migranti”. Queste, le sue dichiarazioni: “Quando dici che bisognerebbe aiutare i nostri giovani ad avere più figli ti danno del fascista. Ci sono parti politiche che dicono: cerchiamo di aiutare i giovani e le coppie ad avere un lavoro stabile e una casa con politiche per la natalità. Poi ci sono altri che dicono ‘avanti con l’immigrazione’. Ma nessuno di questi ultimi si è reso conto che con l’immigrazione si diluiscono le identità e l’omologazione avanza“.
Proprio pochi giorni fa, Simone Di Stefano di CasaPound aveva tempestivamente ripreso l’agghiacciante dichiarazione dell’ex direttore di Repubblica, Ezio Mauro. “L’uomo bianco è una regressione alla nostra identità primitiva”: quindi, nonostante gli slogan buonisti, pure la denigrazione della “razza bianca” è argomento che, perennemente, “bolle in pentola”. E la difesa, della nostra identità, non è “tema caldo” ma prioritaria impellenza.
Il ministro Fontana ha poi aggiunto: “La battaglia che bisogna fare è questa. E sarà una battaglia dove i mass media saranno fortemente contrari, visto che ci sono molti interessi in gioco. Ci massacreranno, lo hanno fatto con me, lo fanno con Matteo ma sarà una battaglia per il futuro, non quello da qui a 5 anni ma dei nostri figli”.
Nelle sue battaglie antiabortiste e contro le famiglie arcobaleno, Fontana era già stato ferocemente aggredito. Pantomima che sta riprendendo forma, dopo queste ferme ed incontrovertibili parole. Maurizio Martina ha già parlato di “mobilitazione antirazzista”: il suo invito (al mondo associazionistico) è quello di organizzare una “grande manifestazione nazionale”. Dati gli esigui numeri delle precedenti uscite pubbliche, è bene (per loro) attivarsi nel reclutare figuranti. Gli ospiti dei vari centri d’accoglienza, invece, sono già in prima fila.
Chiara Soldani

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