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Frosinone: Stellone, l’allenatore senza macchia, e la A da difendere

by Lorenzo Cafarchio
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frosinoneVerona, 20 apr – Siamo allo scadere quando Luca Paganini duetta con Massimiliano Carlini, trotta fino nei pressi della bandierina e di destro, come su un tavolo da biliardo, serve al centro dell’area per la testa di Alessandro Frara. Il capitano del Frosinone mette il pallone a sinistra e il portiere del Verona, Pierluigi Gollini, può solo rimanere a guardare. I laziali battono 2-1 i veronesi acciuffando, all’ultimo respiro, il treno salvezza chiamato Carpi.
Dopo la vittoria di domenica al Bentegodi gli uomini di Roberto Stellone tornano in serata sul luogo del delitto, questa volta contro il Chievo Verona, con la volontà di agganciare il quartultimo posto in classifica occupato dagli emiliani, quartultimo posto che vuol dire salvezza. La bagarre per non cadere nel purgatorio della serie B riguarda quattro squadre: Udinese 35, Carpi 31, Frosinone 30 e Palermo 28. L’Hellas fanalino di coda, invece, ha issato bandiera bianca (mentre Sampdoria, Atalanta e Bologna a meno di tragici tracolli possono respirare, qualche punto più avanti in classifica).
I frusinati, come detto, sono guidati dal romano Stellone che in carriera in panchina conosce solo il sapore della vittoria. Dopo aver dismesso i panni da calciatore nel 2011 – retrocedendo in Lega Pro proprio con la maglia dei ciociari – ha iniziato a dirigere la squadra Beretti della compagine laziale. Il passaggio in panchina tra i professionisti è arrivato dodici mesi, subentrando ad Eugenio Corini, sempre alla guida dei canarini, guidandoli a metà classifica. L’anno successivo è coinciso con la risalita in cadetteria – vittoria nei playoff in finale contro il Lecce – e nella scorsa annata la sorprendente promozione, ottenuta alla penultima giornata contro il Crotone, che ha portato alla prima storica partecipazione in A dei giallazzurri. Un percorso netto che nell’ultimo assaggio del nostro massimo campionato, prima degli Europei, può rimanere senza macchie.
“Contro il Chievo sarà una partita molto difficile – afferma l’allenatore dei Leoni – loro vogliono migliorare la classifica dello scorso anno, puntano ad arrivare al settimo posto. Di certo dovranno prevalere le nostre motivazioni, ben più importanti”, Verona come spartiacque, poi tutte d’un fiato Palermo, Milan, Sassuolo e Napoli. Le ultime cinque recite con un’ossatura italiana, sempre più di moda tra chi lotta per sopravvivere ed emergere nel calcio nostrano, che ha portato in dote 29 dei 31 goal siglati fino a questo momento. Il popolo del Matusa con una preghiera nel cuore soffierà sul 4-3-3, di zemaniana memoria, fino a maggio inoltrato guidati da Daniel Ciofani e Federico Dionisi – questa sera non sarà della partita – goleador ultimi dei moicani figli della periferia del pallone che sgomitano per un posto al sole.
Lorenzo Cafarchio

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