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Uomini in piedi sulle rovine, ovvero “Fallout 4”

by Alessandro Catalano
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fallout4Roma, 25 nov- Se per mesi non avete preso sonno in attesa che Bethesda facesse uscire il nuovo capitolo di Fallout avete fatto malissimo perché quelle ore di sonno non potete sperare di recuperarle ora, il gioco è infatti in scaffale da due settimane e le notti sono diventate solamente una diversa proiezione della luce sui vostri monitor e televisori. Come già nei precedenti capitoli il mondo è in pezzi, una guerra atomica di proporzioni planetarie ci proietta in un futuro dove l’uomo è in piedi sulle rovine, armato di tutto punto è con scarse risorse naturali per la propria sopravvivenza, gli esperimenti dell’ormai nota Vault-Tech hanno sterminato famiglia, amici e conoscenti del protagonista pronto a confrontarsi con altri sopravvissuti e ovviamente con predoni, reietti, bestie mutanti e animali feroci.

Pur senza una sceneggiatura entusiasmante l’apporto di diverse fazioni tra cui fare scelte definitive e altamente caratterizzanti durante la partita arricchisce notevolmente la trama di gioco che a fronte di circa una ventina di ore sulla storia principale ne offre molte di più per le missioni secondarie, ancora una volta originali e ben proporzionate, portando la stima finale verosimilmente sulle 400 ore di gioco come annunciato in estate. La grande novità del gioco è la possibilità di costruire come in un gioco di strategia o di simulazione di vita, la propria città ed interi villaggi, strutture vitali come purificatori d’acqua e per non farsi mancare nulla anche attività commerciali, edifici e prefabbricati. Modalità questa importante anche per il proseguo delle missioni e l’avanzamento della storia. Tuttavia non siamo ne su the sims ne su sim city e se nei precedenti capitoli abbiamo sparato a volontà non smetteremo certo ora dove il sistema SPAV di sparo più dinamico ci porterà ad una maggiore concentrazione volta a cogliere l’attimo giusto, al di fuori dello Spav invece lo shooting è del tutto analogo al precedente capitolo, risulta invece molto interessante l’editing dell’arma stessa da montare o smontare a piacimento e con una personalizzazione al limite del maniacale, discorso del tutto simile per le armature che in base alle scelte dell’utente può apportare bonus e capacità ovviamente in coerenza con la scelta del giocatore e l’impostazione della partita. Nel gioco ovviamente realizzato con una struttura “open world” troveremo fino a quattordici compagni di viaggio personalizzando ulteriormente l’esperienza di gioco, in base al compagno di squadra infatti le missioni saranno differenti cosi come le interazioni tra i diversi personaggi. Data la vastità un commento sui numerosi bug presenti non sarebbe eticamente corretto nei confronti dei programmatori, in fondo qualche compenetrazione poligonale qui e li non inficiano in alcun modo la godibilità ed il game-play. A conti fatti in un mercato vasto e talvolta ripetitivo è davvero questo il Gdr che stavate aspettando.

Alessandro Catalano

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