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Gli stipendi sempre più ridicoli dei medici mettono a rischio i malati

by Aurelio Del Monte
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medici e malati

Roma, 18 dic – Ogni lavoro va retribuito in modo adeguato. Al minimo, si deve poter vivere in assoluta serenità. Queste sono le premesse. Lo svolgimento può citare altre variabili, come l’impoverimento e la naturale corsa ai ripari di chi lo subisce, anche se da una posizione di tutto rispetto nella scala sociale. Dunque non conta esclusivamente la povertà, male assoluto da combattere com’è logico che sia, ma anche chi ha paura di diventare povero che – come è logico e sacrosanto che sia – reagirà e farà di tutto per sfuggire alla possibilità. Questo stanno facendo i medici italiani, in fuga da un settore pubblico che paga sempre meno verso una “fortuna” – peraltro non certo garantita – in quello privato.

Medici, paghe ridicole e malati sempre più a rischio

Con le paghe sempre peggiori della classe dei medici (un tempo quasi totalmente florida e ricca, oggi  in gran parte”in cerca d’autore” e spesso virante verso redditi addirittura medio-bassi), la salute dei malati ovviamente sarà la prima a pagarne le conseguenze. Lo sciopero di oggi è solo la punta dell’iceberg di una situazione deflagrante, che coinvolge tutta la Sanità italiana, in caduta libera ormai da anni per strutture, personale (tra i medici già citati e gli stessi infermieri). Ed è solo un caso che possiamo riscontrare di tutti gli interventi chirurgici a rischio a causa dello stop (ben 25mila) rispetto a tutti quelli che potremo osservare negli anni futuri. Chi rimane protesta. Chi va via, cerca paghe migliori altrove: è normale che sia così e chi nega si comporterebbe allo stesso modo è un ipocrita. Nessuno vuole impoverirsi, anche se viene da una classe storicamente ed economicamente non certo disagiata.

Difficile dare torto ai sindacati

I sindacati di categoria hanno rilasciato dichiarazioni onestamente poco contestabili: “La sanità pubblica sta morendo, il Governo deve intervenire con dei segnali nella legge di bilancio. Il nostro non è uno sciopero temerario ma una legittima e doverosa protesta”, dicono Aaroi-Emac (sindacato degli anestesisti e rianimatori), insieme al Fassid (radiologi, patologi, psicologi del Ssn e farmacie ospedalieri), Fvm-Federazione veterinari e Cisl Medici. Poi aggiungono: “Se la protesta rimarrà inascoltata, la mobilitazione proseguirà. Lo sciopero è l’estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto pubblico alla salute garantito da personale pubblico, dato che il Governo centrale scaccia dal pubblico impiego i professionisti di cui la sanità pubblica ha bisogno, nel silenzio assordante delle Regioni, che per mantenere i loro sistemi sanitari dovendo ricorrere a cooperative e gettonisti vari dovranno aprire voragini nei loro bilanci”.

Aurelio Del Monte

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