Roma, 12 nov – Il 6 novembre dell’Anno Domini 2015 è stata una grande serata per gli sport da combattimento mondiali. Alcuni tra i più forti combattenti del globo terraqueo si sono sfidati a Milano, nell’edizione numero 25 del torneo Glory.
E tra questi autentici mostri sacri del K-1 è tornato sul ring colui che è stato definito, senza mezzi termini, il più forte di tutti i tempi tra tutte le categorie di peso, un italo armeno che risponde al nome di Giorgio “The doctor” Petrosyan. E poi un titolo mondiale tra Roosmalen, un autentico panzer abituato a spazzare via tutto ciò che gli si para davanti, opposto a Sittichai, il thailandese più entusiasmante degli ultimi tempi. E poi un torneo a 4 spettacolare e davvero senza esclusione di colpi. Il tutto condito da grandi festeggiamenti ed anche una certa dose di polemiche. Ma procediamo con ordine.
Giorgio Petrosyan batte il giovane canadese Josh Jauncey, talentuoso e sicuramente promettente, il quale però non riesce a tenere testa sino in fondo al suo avversario, nonostante una certa presunzione dimostrata nelle sue dichiarazioni ante gara. Ma anche questo fa parte dello spettacolo. Il nostro Giorgio, visibilmente teso al suo ingresso sul quadrato, accolto da un boato assordante di tifosi, forse non sarà ancora tornato quello di qualche tempo fa, caratterizzato da una precisione che dire chirurgica sarebbe riduttivo e dalla capacità quasi divina di annullare qualsiasi avversario, ma tuttavia continua ad appassionarci e regalarci lezioni di sport.
Svelte schivate, fulminei contrattacchi e padronanza del ring sono le armi con cui ottiene la sua vittoria, “rischiando” nella terza ripresa anche di mettere al tappeto il suo oppositore, stanco e provato. Giorgio è tornato, come recitava il titolo della serata, e adesso non ci resta che stare a vedere fino a che altezze giungerà il suo cammino.
Altissimo tasso tecnico, pochi scambi pesanti e qualche polemica hanno invece contraddistinto il titolo mondiale dei 70kg, categoria pesi leggeri, tra Robin “Pokerface” Rosmalen e Sittichai “The Killer Kid” Sitsongpeenong. Con il primo che mantiene la sua cintura mentre una parte del pubblico fischia rumorosamente. Perché tutto ciò? Perché, come avevamo già scritto nei giorni scorsi, i due combattenti rappresentano molto più che loro stessi, rappresentano due mondi, due scuole di pensiero, due filosofie negli sport da combattimento.
La scuola olandese, regina incontrastata nella Kickboxing e nel K-1, definita da combinazioni semplici quanto micidiali ed un ritmo altissimo, e la scuola thailandese, ancestrale culla degli sport marziali, votata in maniera logorante più all’utilizzo degli arti inferiori e alla ricerca della cortissima distanza e del clinch per sferrare temibili gomitate. In questo senso, il regolamento Glory K-1, che non prevede le gomitate e limita il clinch ad una sola ginocchiata, si presta maggiormente ad uno stile rapido potente ed efficace. Probabilmente, pur con tutti i talenti del thailandese, la sua tattica basata su poderose tibiate che si sono sistematicamente abbattute sulle braccia di Robin, non riuscendo a fiaccarlo, non sono state considerate valide ai fini del punteggio. E ciò, quando è giunta l’ora di leggere i cartellini dei giudici, ha fatto pendere l’ago della bilancia verso Van Roosmalen il quale, pur non avendo dimostrato una netta superiorità, ha portato più colpi a segno, soprattutto pugni e calci circolari in linea bassa.
Ovviamente gli amanti della filosofia thai hanno trovato la cosa non di loro gradimento fischiando il verdetto e conducendo una polemica anche sulla rete. Crediamo che, essendo questo il regolamento K-1, se solo Sittichai riuscisse ad adattare leggermente il suo stile, potrebbe davvero essere il migliore, ricalcando così le gesta del suo compatriota Buakaw Banchamek.
Il torneo a 4 nella categoria welter 77kg, in cui partecipava il nostro Nicola Gallo, è stato sicuramente quello in cui le celebri mazzate tribali ne sono stati il denominatore comune. Peccato per l’italiano che per ferita deve arrendersi nella seconda ripresa all’olandese Groenhart, nell’altra semifinale Kongolo e Ghajji se le danno di santa ragione, praticamente dall’inizio alla fine, senza tregua. Alla fine passa il secondo che in finale da di nuovo battaglia ma, dopo un conteggio subito e una ripresa nelle seconda ripresa, deve arrendersi a Groenhart, il quale nel prossimo Glory prevista ad Amsterdam tennterà la scalata al titolo mondiale detenuto da Nieky Holzken.
Menzione finale all’altro italiano impegnato della serata principale, quel Vittorio Iermano al suo esordio nel torneo Glory. Vince per KO alla seconda ripresa con una destante ginocchiata assestata al suo avversario, il marocchino Boukhidous, dopo che nella prima aveva subito forse troppo l’iniziativa del suo avversario. Concludendo, per la serie un combattente si costruisce giorno per giorno, segnaliamo la manifestazione X-Tra Round, giusta alla versione numero 11, che si terrà domenica 15 novembre a Roma.
Sotto la consueta supervisione di Alessio Smeriglio, allenatore della Pro Fighting Roma tra i più rappresentativi nel panorama nazionale, nonché creatore di combattenti che continuano a essere punto di riferimento nazionale e non, l’evento sarà l’occasione di vedere all’opera atleti che incroceranno tibie e guantoni nelle regole del pugilato, della Kick Boxing, del K-1 e della Muay Thai.
Tra le molte sfide che renderanno appetitoso l’evento, evidenziamo la sfida di K-1 tra Marco Martino, calabrese della Pro Fighting Roma, opposto a Nicola Severi della Pro Fighting Bellaria. Sfida nel “gentil sesso” tra due determinate combattenti quali Arianna Salatino, anch’essa della Pro Fighting Roma, e Verdiana Geraci, siciliana del Golden Fighter. Siamo pur certi che al suono del gong non saranno di certo così “gentili” tra di loro. Infine la sfida tutta campana di muay thai full rules, quindi con gomitate, tra la giovane promessa Luca Falco, del gruppo Naresuan di Portici, opposto al napoletano Antonio Costagnolo dell’accademia Itthipol.
Lorenzo Mosca