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Di Maio punta ancora al governo M5S-Pd. Ma la base grillina è in rivolta

by Nicola Mattei
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Roma, 25 apr – “O al governo o al voto”. Di Maio e il M5S, che dell’ambiguità hanno fatto un marchio registrato, non sono mai stati così chiari come in questi giorni: siamo il primo partito, dobbiamo e vogliamo governare. Bene, ma con chi? Un sonoro “boh” risuona nell’aria e conferma la battuta che circola in questi giorni: con chiunque, basta che – contratto o alleanza – in qualche modo ci stia. Come, a questo giro, il promesso sposo che risponde al nome di Pd.
Un atteggiamento, quello di Luigi Di Maio, che però sta letteralmente facendo andare in tilt la base grillina. Già in subbuglio per la dichiarazione di fedeltà nei confronti degli alleati Nato, il piccolo esercito di “militanti” pentastellati non sembra voler ingoiare un altro rospo. Fino a ieri erano “pdioti”, nella migliore delle ipotesi, mafiosi nella peggiore, oggi vogliamo andare a governare insieme, si chiedono?
I messaggi in rete non sembrano lasciare dubbi, specialmente agli ortodossi del movimento dei quali, peraltro, il premier incaricato Roberto Fico (fra i più integralisti all’interno dei cinque stelle) dovrebbe rappresentare la voce. Dai social al blog la voce degli attivisti e degli elettori cinque stelle è pressoché unica: “No a Berlusconi perchè condannato e sì al Pd che di indagati, imputati e condannati ad oggi ne ha a centinaia ? Complimenti per la coerenza”, e ancora: “Cari Di Maio Grillo, Casaleggio, Di Battista, ecc. ecc. se contribuite alla realizzazione di una tale operazione porterete alla catastrofe il M5S. Rendetevi conto che così la pensa il 90% del nostro elettorato”. “Un governo con il PD? Che schifo, ora capisco perché Grillo si è tolto dal movimento, non è più il Movimento 5 Stelle, quando Di Maio parla non si capisce niente, fa come i classici politici che noi volevamo cacciare”, aggiunge un simpatizzante, mentre altri spaziano dalle accuse di tradimento – “Renzi, Boschi e Napolitano ci hanno truffato con le banche e tu li porti di nuovo al governo” – alla promessa che il movimento non avrà più il loro voto.
Di Maio tira comunque dritto: “Manteniamo la linea che abbiamo dato un mese fa: disponibili a discutere di temi, a redigere un contratto di Governo, ma senza svilire i nostri valori e le nostre più grandi battaglie: costi della politica, ambiente, reddito di cittadinanza, lotta al business dell’immigrazione, pensioni e aiuti alle imprese, lotta alla corruzione”, spiega in un post sul blog delle stelle, promettendo che il contratto sarà sottoposto all’approvazione degli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Proprio come per il programma elettorale?
Nicola Mattei

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2 comments

rino 26 Aprile 2018 - 5:11

Dai ragazzi, nella tornata elettorale del 2013 il M5S era la speranza di una rottamazione totale dei parassiti della cosiddetta seconda Repubblica. Ma stavolta era abbastanza chiaro che non ci si poteva aspettare nulla di buono in costoro.
Solo Casapound rappresenta gli interessi della stragrande maggioranza degli italiani.

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Virginia 26 Aprile 2018 - 8:04

Io li ho solamente votati nel 2013. Ma già appena dentro camera e senato proposero leggi x diritti gay e abolizione reato di clandestinità,mi caddero le braccia.

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