Roma, 26 apr – Al via il secondo giro di consultazioni per il presidente della Camera Roberto Fico, incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di verificare le condizioni per una possibile intesa di governo tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Alle 11 si terrà l’incontro con la delegazione del Pd, alle 13 l’incontro con quella del M5S.
Il grillino Fico deve capire se i due partiti vogliono proseguire sulla strada del dialogo e nel caso chiedere a Mattarella altro tempo per trovare la quadra.
Ma l’accordo è più che mai lontano, perché nel Pd spaccato tra chi vuole governare con i 5 Stelle e i renziani, decisi a restare all’opposizione, a rompere il silenzio e mettere (per adesso) una pietra tombale sul dialogo è proprio l’ex segretario Matteo Renzi.
Passeggiando per Firenze, il senatore Pd invece di rilasciare dichiarazioni ha sondato la pancia dei piddini, rispondendo con un “ricevuto” ai molti no all’accordo per il governo con i grillini (e incassando consensi). Insomma, Renzi ha mandato un messaggio forte e chiaro al reggente Martina e all’ala “governista”: non è soltanto lui ad essere contrario all’abbraccio con Di Maio, ma la base elettorale dem.
Adesso, quindi, il fattore tempo è fondamentale in casa Pd, anche perché Renzi e i suoi stanno giocando una partita doppia, in attesa della conta in direzione. Se a perdere saranno i “governisti” molto probabilmente cadrà la testa di Martina, alfiere dell’accordo con i 5 Stelle, e i renziani si rafforzerebbero ulteriormente.Tanto che c’è già chi chiede a Renzi – come il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli – di ritirare le dimissioni da segretario. Ipotesi comunque respinta, fa sapere l’ex premier.
La data della direzione non è ancora fissata: dovrebbe essere il 2 maggio ma si deciderà in base al percorso indicato da Mattarella, al quale i dem, attraverso Fico, faranno pervenire la richiesta di più tempo. Andrea Marcucci fa sapere che il gruppo del Senato si riunirà il 2 maggio e anche i deputati dovrebbero essere convocati da Graziano Delrio per la prossima settimana. Per i renziani è chiaro che emergerà il “no” come linea prevalente, tra i senatori infatti sarebbero 35 su 54.
Il fattore tempo fa gioco anche ai 5 Stelle, consapevoli, da un lato, che dopo aver chiuso il “forno” con la Lega di Matteo Salvini questa è l’ultima chiamata per Palazzo Chigi; dall’altro, che per trovare l’intesa con il Pd ci vogliono ancora diversi giorni. Certo, la base “militante” grillina preferiva l’accordo con Salvini, e ora grida: “Meglio al voto, no al Pd!”.
A pesare sulla possibilità di firmare un contratto di governo con i dem c’è anche l’ostinazione da parte di Di Maio a voler essere premier a tutti i costi.
Insomma, mattinata impegnativa per Fico. Ma ancor più delicato sarà il colloquio con Mattarella, al quale dovrà riferire a che punto sia un’eventuale intesa dem-pentastellati. Dal canto suo, fermo restando che non ha alcuna intenzione di far tornare gli elettori alle urne, il capo dello Stato ha due opzioni: concedere altro tempo a Fico oppure varare un governo del Presidente, che poi sarebbe un governo tecnico – per di più si vocifera con un magistrato premier. Una sciagura per gli italiani, che ancora non si sono ripresi dalla mazzata di Monti.
Adolfo Spezzaferro