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Un grimaldello contro la nostra sovranità militare: ecco cosa c'è dietro l'F35

by La Redazione
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Roma, 27 set – La discussa scelta da parte degli Stati Uniti imporre l’F35 (o Joint Strike Fighter), l’aereo da caccia costruito da Lockheed Martin, a gran parte degli alleati europei mina certamente le capacità dei Paesi che scelgono di progettare il proprio velivolo e mantenere l’indipendenza strategica. Infatti le nazioni che hanno contribuito all’Eurofighter hanno già fatto la scelta dell’F35, rinunciando così a mantenere un’autonoma industria nazionale.
Indubbiamente anche per ragioni di costo, il francese Rafale e lo svedese Gripen saranno gli ultimi esempi di aerei da combattimento sviluppati da un solo paese al di fuori degli Stati Uniti, della Cina e della Russia. Al contrario dell’Italia, i francesi hanno lucidamente compreso che il successo delle esportazioni del Rafale riveste un ruolo essenziale per mantenere una adeguata indipendenza dagli Stati Uniti: questa postura offensiva rende possibile la vendita a Paesi che non accettano la logica intrusiva Usa. Ma affinché tutto ciò sia possibile è necessario che esista una volontà politica nel contesto della industria della difesa volta a salvaguardare la sovranità militare Un obiettivo è difficilmente perseguibile dal momento che gli Stati Uniti hanno una posizione dominante sulla scena internazionale, un’indiscussa potenza militare, una leadership all’interno della NATO e un vantaggio tecnologico nei settori strategici.
La politica di Washingtn è quella di mantenere questa egemonia e ostacolare la volontà di indipendenza nazionale all’interno dei paesi membri o partner dell’alleanza atlantica. L’obiettivo degli Stati Uniti è insomma quello di mantenere un rapporto di dipendenza e sottomissione con il conseguente acquisto di attrezzature americane e la conseguente protezione risultante per i paesi alleati o partner.
Non a caso l’F35 si affida anche alla NATO per imporsi sul mercato e chi scegliesse un sistema d’arma diverso rispetto potrebbero essere messo da parte e potrebbe essere loro negata la possibilità di guidare una coalizione militare. In altri termini l’F35 consente a quei paesi europei che hanno una scarsa o nulla capacità di autonomia militare di “comprare” la protezione americana, di partecipare alle operazioni aeree con il beneficio del supporto americano e avere un ruolo, pur sempre marginale e di comprimario, sulla scena diplomatica. Ebbene ,a nostro avviso, la scelta francese, al di là degli aspetti squisitamente tecnologici, dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per l’industria europea della difesa il cui obiettivo dovrebbe essere proprio quello di investire in una reale autonomia militare emancipandosi dalla quarantennale egemonia americana.
Giuseppe Gagliano

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2 comments

Tony 27 Settembre 2018 - 7:40

..f 35…..lo ”spione alato”..
http://www.occhidellaguerra.it/f-35-dati/

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