Grosseto, 5 lug – Si è spento il 3 luglio a 99 anni, Giuseppe Fommei: cavaliere del lavoro dopo una vita passata al Monte dei Paschi di Siena e uno degli ultimi reduci di El Alamein. Nella bara, secondo le sue ultime volontà, un pugno di sabbia di El Alamein e uno di terra nera di Russia in ricordo del fratello e, indosso, la sua divisa da ufficiale dell’esercito. Fommei aveva lasciato indicazioni precise per il suo ultimo saluto. Accanto alla bara, una foto del Duce.
Nella guerra perse il fratello
Nato a Grosseto nel 1921, a 22 anni partì per la guerra con il fratello minore, Enzo, che aveva solo 18 anni. Uno per l’Africa, l’altro per la Russia, entrambi volontari. Si salutarono a Firenze, fu l’ultima volta che si videro. Fommei, ricorda la figlia, ha sempre creduto in quella guerra, nonostante la prigionia di tre anni ad Algeri e la scomparsa del fratello.
Il calcio, la grande passione
Rientrato in Italia, si sposò e, secondo le parole di Alberta, sua figlia, “Cominciò allora a riprendere la sua grande passione, cioè il calcio, che condivideva con l’altro fratello, Alberto, gloria della Sampdoria. Giocava come ala sinistra nel Grifone, fu quasi ingaggiato dalla Fiorentina, ma proprio mentre stava per firmare il contratto arrivò la notizia dell’assunzione al Monte dei Paschi”.
Il diario di guerra letto alle figlie
“Ha scritto un diario che ha regalato a tutte noi figlie, e ha cercato uno a uno i soldati che avevano combattuto con lui” racconta ancora Alberta. “Con alcuni ha mantenuto contatti fino a pochi anni fa. Ad esempio con un prigioniero, Antonio Castri, che durante la detenzione gli aveva salvato la vita cedendogli il proprio rancio mentre mio padre era malato di malaria. Per mio padre era come un fratello e per tutta la vita gli fu vicino aiutandolo nei momenti difficili. Mio padre era un uomo che amava dare senza avere niente in cambio: credeva nell’amicizia e nei valori“. Valori che molti dimenticano ma che nel ricordo della sua straordinaria vita devono essere tenuti vivi.
Ilaria Paoletti
2 comments
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Onore a Giuseppe Fommei, di cui non conoscevo la storia ma che da come si puo’ leggere è stato un grande Italiano, con la I maiuscola!
Speriamo che il suo amore per la patria rimanga nel maggiore numero di persone possibile, cosa importante in un momento in cui poteri occulti stranieri vogliono cancellare la nostra identità.Ci vogliono individui senza identità nazionale, familiare, religiosa e sessuale per renderci individui controllabili sin dalla nascita e non piu’ in grado di reclamare i diritti che spettano al popolo italiano, e di chiedere la nazionalizzione di tutto cio’ che è è stato svenduto a tradimento con le famose privatizzazioni fatte da traditori della patria, banca d’italia ed ex banche pubbliche comprese.