Roma, 16 lug – L’identità svilita a un pezzo di carta di poco o nullo valore è una delle maggiori disgrazie di quest’epoca. Di dimostrazioni ne abbiamo diverse (anche in casa nostra), e il calcio è ancora una volta un metro utilissimo per rendersene conto. La scelta della maglia della nazionale, per gli oriundi così come per gli stranieri mascherati da “nuovi italiani” “nuovi spagnoli” che dir si voglia, è dettata solo dalla convenienza sportiva (salvo rarissime eccezioni, che però negli ultimi decenni non abbiamo avuto il piacere di constatare).
Parliamo di Lamine Yamal, astro nascente del Marocco, anzi no, in teoria della Spagna campione d’Europa, perché il ragazzo è nato effettivamente in terra iberica, e si sa, nel 2024 basta venire alla luce in un posto anche se le proprie radici siano di tutt’altro universo per acquisire una cittadinanza che sostituisce la nazionalità, rendendo l’identità di cui sopra poco più che un fazzoletto usato. Un video appena emerso racconta ancora una volta quanto questo modo di pensare, oltre che profondamente ipocrita (a chi è mai interessato qualcosa dell’identità, tra i liberal-progressisti e globalisti?) sia anche fallace.
Yamal 2022: il ragazzo esulta per il Marocco che elimina la Spagna ai mondiali
Era la fine del 2022, quindi poco più di un anno e mezzo fa. L’altro ieri, praticamente. Lo Yamal che è oggi un cardine del futuro della nazionale spagnola festeggia senza troppi complimenti la vittoria del suo Marocco (perché tocca essere diretti, specie in una circostanza del genere) contro la Spagna negli ottavi di finale del torneo. Chissà quanto il caro Lamine avrà imparato a sentirsi spagnolo (anzi, “nuovo spagnolo”) in questi mesi.
Così le nazioni europee stanno morendo
Perché il calcio è un metro utilissimo, come dicevamo nell’introduzione? Si tratta in buona sostanza di uno sport che, nella sua semplicità, è rivelatore. A differenza della politica mostra senza filtri quanto amore, disamore o indifferenza ci sia per il proprio Paese (ammesso che sia tale). Oppure quanto disprezzo ci sia per proprio fratelli connazionali (ammesso che siano tali). Moise Kean, qualche tempo fa, fu protagonista di un episodio simile riguardante la nazionale italiana. Così fa Yamal appena un anno e mezzo fa. Senza in realtà svolgere alcuna attività irrispettosa. Quel video rappresenta solo una testimonianza della realtà concreta, non certo quella ipocrita di chi vorrebbe un mondo senza confini, senza differenze e senza identità. Gli assassini dei popoli sono i primi responsabili di questo scempio, così come coloro che li inseguono e addirittura li venerano. Il ragazzo ha solo una colpa: aver scelto la nazionale spagnola. Ma è una responsabilità di cui non può nemmeno comprendere il senso. Siamo molto più piccoli del mondo che ci circonda. Lo stesso che ci educa a sentirci tutti uguali per non essere niente e quindi annullarci.
Stelio Fergola