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Idrogeno e rinnovabili nel futuro energetico dell’Egitto

by Giuseppe De Santis
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Egitto idrogeno

Roma, 25 lug – Come molte nazioni africane, anche l’Egitto intende aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. A differenza di altri Paesi del continente nero, però, il governo del Cairo non si vuole limitare a costruire centrali “classiche” quali quelle solari ed eoliche (che pure sono in cantiere), ma punta a produrre idrogeno verde ricavato dall’elettrolisi dell’acqua. Per raggiungere questo obiettivo l’esecutivo punta a investire ben 4 miliardi di dollari, utilizzando un’area desertica di 7mila chilometri quadrati. Qui sarà installata una capacità che può arrivare a 90mila megawatt.

La transizione energetica dell’Egitto si chiama idrogeno. E parla anche italiano

Produrre idrogeno richiede tuttativa notevoli conoscenze, oltre a competenze tecnologiche estremamente avanzate. Per tale motivo il governo degli Stati Uniti si è detto disposto a fornire assistenza al fine di aiutare finanziariamente l’Egitto in questa sua transizione energetica. La quale, oltre a ridurre enormemente l’inquinamento, ha anche la possibilità di creare diverse migliaia di posti di lavoro. Il governo egiziano si è posto come obiettivo di produrre, entro il 2035, ben il 42% di energia da fonti rinnovabili. Le possibilità di raggiungerlo sono alte visto che già quest’anno il 20% dell’energia proviene da esse.

Leggi anche: L’Egitto punta sulle rinnovabili per coprire il suo fabbisogno di energia

Nella produzione dell’idrogeno anche l’Italia giocherà un ruolo fondamentale. L’Eni ha infatti di recente siglato un accordo con l’Egyptian natural gas holding e l’Egyptian electricity holding per sviluppare nuove tecnologie per produrre idrogeno da usare nella generazione di energia. Il cane a sei zampe è operativo da decenni nella terra dei faraoni, ma se prima la sua presenza si limitava alla ricerca e all’estrazione di petrolio adesso si impegna a produrre energia rinnovabile. A dimostrazione che anche i giganti del petrolio credono nella transizione energetica verso fonti più pulite.

Giuseppe De Santis

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1 commento

fabio crociato 27 Luglio 2021 - 10:00

Come mai nessuno parla più del rischio di “botti”, intenzionali o meno, dovuti all’ utilizzo massivo e sconsiderato del idrogeno?! Fonti più pulite non vuol dire meno pericolose.

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