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Il bombardamento di Dresda, uno degli atti criminali peggiori della storia

by Stelio Fergola
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bombardamento Dresda

Roma, 13 feb – Era il 13 febbraio 1945 quando Dresda venne seppellita dalle bombe angloamericane, in uno degli atti criminali peggiori che la storia ricordi. Un atto ancora più vergogno se si fa presente il momento in cui avvenne: inizi dell’ultimo anno di guerra, che non si sarebbe neanche compiuto, vista la fine delle ostilità in primavera. Insomma, i giochi erano fatti. Non c’era alcuna necessità. Eppure, ci fu chi disintegrò un’intera città in modo del tutto gratuito.

Il bombardamento di Dresda

Due giorni di esplosioni a tappeto, l’incubo sarebbe finito solo il 15 febbraio. Per distruggere un nemico già sconfitto. Per disintegrarlo, per meglio dire. Così la Royal Air Force e la Us Air Force, in un’azione congiunta, sganciarono circa 4mila tonnellate di bombe, tra quelle esplosive e le incendiarie. Il numero di vittime fu così alto che non è mai stato stabilito con precisione, in una forbice che, in ogni caso, viaggia tra le decine di migliaia e le diverse centinaia di migliaia. Il bombardamento di Dresta è stato una delle vergogne maggiori del ventesimo secolo, senza alcuna discussione, a meno di non essere in malafede (e c’è chi lo è, ne siamo ben consapevoli).

Atto criminale e vigliacco

Che senso ha disintegrare un nemico che già è sotto terra? Nessuno, come possono testimoniare non solo i tedeschi, ma anche i giapponesi delle altrettanto celebri “Hiroshima e Nagasaki”. Chi oggi si erge a difensore dei presunti dirtti umani e si scaglia contro il concetto di “crimine di guerra” da egli stesso creato e fomentato, dovrebbe solo tacere, ma sappiamo bene quanto non sarà così. Difficile inquadrarlo in modo diverso dalla crudeltà gratuita (o dalla voglia di umiliare il nemico ormai alla fine della sua corsa). Si potrebbe spiegare con un pragmatismo di natura temporale (acceleriamo, in sintesi) ma difficilmente si potrebbe discutere in un contesto come quello. La Germania era oggettivamente sconfitta, mancava praticamente solo l’ufficialità. Così come per il Giappone e per l’Italia. Non c’era alcuna ragione per cancellare dall’umanità circa otto secoli di storia. Nonostante, per fortuna, la città sia stata ricostruita in modo integro – e soprattutto fedele allo stile precedente – dal regime della Ddr.

Stelio Fergola

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