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Il Kenya e l’incentivo alle moto elettriche: un progetto ambizioso

by Giuseppe De Santis
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Kenya moto elettriche

Roma, 1 ott – Il governo del Kenya e’ determinato a ridurre l’inquinamento nelle sue città e per questo oltre a incentivare l’uso di autobus elettrici adesso si e’ posto come obiettivo anche quello di sostituire le moto a benzina con corrispettivi elettrici.

Il Kenya e le moto elettriche

Potrebbe sembrare strano che il governo punti alle moto elettriche invece che alle auto, ma il piano ha una sua logica: in Kenya circolano 2 milioni di moto e un milione e mezzo di persone le usano come taxi per trasportare altre persone. Al momento nel Paese circolano circa mille moto elettriche, ma nei prossimi mesi si prevede che il loro numero possa aumentare a 10mila: alcune società keniote, frattanto, hanno fiutato l’affare.

I veicoli

Uno dei veicoli più noti è di Spiro, una societa’ che produce mille motocicli al giorno, avendone venduti già 10mila: adesso l’azienda punta a estendere i suoi prodotti anche in Benin, Togo, Ruanda e Uganda. Ovviamente vendere moto elettriche è solo parte del problema: occorrerebbe anche creare centraline di ricarica. A tale scopo, Spiro punta a costruire 3mila centri, i quali non si occupano solo di ricaricare le batterie, ma anche di scambiarle, così che i proprietari possano sostituire in pochi minuti batterie scariche con quelle cariche, facilitando e motivando l’uso dei mezzi.

Uber, la societa’ di sharing, sta dando un altro grosso contributo: l’azienda in Kenya ha circa 15mila moto, nei prossimi sei mesi punta ad adottarne altre 3mila, in modo da sostituire tutti i rimanenti mezzi a benzina entro il 2040.

A convincere Uber ad adottare moto elettriche è stato il fatto che i suoi motociclisti possono risparmiare fino al 35% dei loro costi operativi: ciò si traduce in un calo delle tariffe oscillante dal 15 al 20%. Insomma un risparmio consistente, se si pensa che i cittadini del Kenya sono penalizzati dagli alti tassi di inflazione.

Per quanto tutto ciò possa essere anche positivo, c’é da aggiungere un altro dato: il governo keniota, oltre a ridurre gli alti tassi di inquinamento, punta anche a ridurre le importazioni dei carburanti, i cui costi pesano come un macigno sulla bilancia commerciale.

Giuseppe De Santis

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