Roma, 28 mag – Poco prima che si consumasse una delle crisi istituzionali più gravi degli ultimi decenni, tra i sostenitori accaniti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella non potevano non accorrere i vescovi italiani, ormai da tempo schierati su posizioni progressiste, immigrazioniste e filo-establishment. Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della conferenza episcopale italiana (Cei), ieri ospite di Lucia Annunziata su RaiTre, aveva infatti dichiarato: «Ho fatto fatica in questi 83 giorni a distinguere il dialetto pre-elettorale, che ci sta tutto, dalla grammatica semplice ma impegnativa della Costituzione. Troppe volte ho visto confondere l’una con l’altra, ho visto attribuirsi prerogative che la Carta non prevede. Mi sono dovuto informare per capire fin dove si possono dare diktat, e fino a che punto invece si dovrebbe dare il buon esempio». Il chiaro riferimento è alla nomina (respinta) di Paolo Savona a ministro dell’Economia.
Poi Galantino ha aggiunto: «Ma non è solo il problema del prof. Savona, ma è il clima che mi preoccupa. Quando si perde il desiderio di confrontarsi ragionevolmente su quello che oggi è necessario in questo tipo di Europa, e si considera ciò che è stato fatto tutto da buttare, rischiamo di mettere l’Italia in una situazione difficile da recuperare». Si tratta – è cristallino – di un endorsement chiaro e inequivocabile dei vescovi italiani in favore del Colle e dei mercati; e, inoltre, di un attacco frontale contro i partiti del governo giallo-verde, soprattutto contro la Lega. A difendere il Quirinale, del resto, è intervenuto anche Avvenire, il quotidiano della Cei. Il direttore Marco Tarquinio ha infatti scritto: «Salvini e Di Maio ritrovino il senso del limite. Nessun leader degno di questo nome e di una decente democrazia, può permettersi di tentare di imporre, con una sorta di tonante e assurdo assedio al Quirinale, le sue pretese riguardo a decisioni e nomine». Ovvio, non sono i rappresentanti del popolo a dover decidere in una democrazia, ci mancherebbe. Meglio affidarsi a poteri non eletti e alle ingerenze di mercati e Stati esteri (Vaticano incluso).
Quello che in effetti salta agli occhi – e appare francamente inquietante – è il fatto che la Cei abbia anticipato praticamente al dettaglio le mosse di Mattarella, il quale, nel discorso ufficiale al Quirinale, ha poi a sua volta ribadito gli stessi concetti espressi poche ore prima da Galantino. Si tratta, d’altronde, di un’«anomalia» che ha colto anche Angela Mauro, giornalista dell’Huffington Post (non certo un quotidiano «cospirazionista»), ieri ospite nello speciale di Enrico Mentana su La7 (qui il video, dal minuto 1:27:40). È una tesi che, ovviamente, andrebbe verificata fino in fondo, ma l’impressione che da Oltre Tevere si siano allungate delle strane ombre sul Colle – detto sinceramente – rimane molto forte.
Valerio Benedetti
Il Vaticano “imbecca” il Colle: la mano della Cei dietro le mosse di Mattarella
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4 comments
Faccio mio uno slogan inventato dai conpagni negli anni Settanta: cloro al clero!
Uno schifo senza precedenti, questi sodomiti indegni invece di preoccuparsi degli atti di “puttaneria” e pedofilia dilaganti nel loro mondo lurido ci dettano l’agenda politica…….. inoltre aiutano l’invasione islamica e la sostituzione razziale con la feccia africana-magrebina che spadroneggia nel nostro paese………ma questi vescovi traditori del popolo italiano vivono nelle loro corti dorate, ermafroditi vergognosi……
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[…] Mentre per il Sito di Destra Il Primato Nazionale il Vaticano e la CEI – terzomondista e globalista sempre in prima fila per il NWO – sarebbero dietro le quinte delle mosse del Quirinale Link […]