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In Italia sui contribuenti onesti la pressione fiscale è al 48%

by Ilaria Paoletti
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Roma, 6 lug – Il Cgia di Mestre rivela come secondo i nuovi dati, la pressione fiscale reale dei contribuenti italiani che pagano onestamente tutte le tasse è del 48%. Ovvero 6 punti in più rispetto al dato ufficiale. Nel 2018  la pressione fiscale era al 42,1%.

Lo studio della Cgia di Mestre

Secondo Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi del Cgia: “Sebbene negli ultimi anni il peso complessivo delle tasse risulti leggermente in calo: molti non se ne sono accorti, poiché allo stesso tempo sono cresciute le tariffe della luce, dell’acqua, del gas, i pedaggi autostradali, i servizi postali, i trasporti urbani, etc. Dal punto di vista contabile, queste voci non rientrano nella pressione fiscale. Tuttavia, hanno avuto e continuano ad avere degli effetti molto negativi sui bilanci di famiglie e imprese, in particolar modo per quelle fedeli al fisco”.

L’economia “sommersa”

La pressione fiscale si desume calcolando il rapporto tra le entrate fiscali e il Pil; ma se dalla ricchezza prodotta eliminiamo la componente riconducibile all’economia sommersa (ovvero il nero), il fisco peserà maggiormente sui contribuenti onesti.  Il “carico fiscale” reale è quindi superiore a quello ufficiale.

“Vanno recuperati 33 miliardi”

Il segretario della Cgia Renato Mason dichiara: “Se da un lato abbiamo recuperato 7,6 miliardi di euro che ci hanno evitato la procedura di infrazione da parte dell’Ue, dall’altro lato dobbiamo trovare entro dicembre 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva e altri 10-15 miliardi per estendere a tutta la platea dei contribuenti la flat tax. Insomma, al fine di evitare un forte aumento dei prezzi di beni e servizi e per beneficiare di una decisa riduzione del carico fiscale, dovremmo recuperare in pochi mesi almeno 33 miliardi. Una impresa che, ad oggi, appare proibitiva”.

Inoltre, secondo la Cgia di Mestre “non è da escludere che nel 2019 torni a salire. Non tanto perché il prelievo complessivo è destinato ad aumentare, cosa che in linea di massima non si dovrebbe verificare, bensì perché la crescita del Pil sarà molto contenuta e nettamente inferiore alla variazione registrata l’anno scorso. Ricordiamo che, dopo il picco massimo toccato nel biennio 2012-2013, negli anni successivi la pressione fiscale ha fatto segnare una diminuzione che nel 2017 e nel 2018 si è attestata al 42,1%”.

Ilaria Paoletti

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1 commento

Cesare 6 Luglio 2019 - 5:42

Queste tasse enormi e immorali che tolgono il pane dalla bocca del popolo in gran parte servono per arricchire ancora di piu’ le oligarchie straniere che si sono impossessate, con la svendita delle banche pubbliche e di banca d’italia oramai privatizzate, della creazione a costo zero ed esentasse del denaro.Quindi decidono che uno stato deve spendere sempre meno per i cittadini al fine di pagare agli plutocrati il dovuto.
È chiaro che non solo i cittadini hanno l’obbligo di pagare le tasse, ma soprattutto lo Stato deve essere rieducato ad imporre tasse giuste quanto alla materia (non oltre il 20%) e quanto al fine (per il bene comune della Nazione); esso deve trattare i contribuenti come cittadini e non come schiavi, se non vuole diventare tirannide
Per la chiesa cattolica una legge è ingiusta se si oppone al diritto umano (imposte troppo onerose, che sorpassano il 10-20% di quanto guadagna il capo famiglia)
S. Agostino dice: “legge ingiusta, legge nulla” ([4]) ; essa non è più legge sed corruptio legis. Parimenti “un’autorità che non s’ispirasse alla giustizia sarebbe tirannide e la sua legge non avrebbe più un valore intrinseco di giuridicità, ma sarebbe solo una perversione della legge, più che una legge sarebbe un’iniquità, per cui non ha più natura di legge, ma di in-giustizia

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