Minuto 26 e 12 secondi sul cronometro. La Juventus è in svantaggio, Bonucci ha la sfera tra i piedi e come spesso gli capita si appresta ad impostare. Traversone che raggiunge i piedi di Alex Sandro. Il brasiliano di sinistro mette al centro dell’area la sfera. Higuain stoppa e alza il pallone per Mario Mandzukic, il croato lo addomestica. Intanto il difensore madrileno Daniel Carvajal gli si incolla addosso. Spalle alla porta, con la palla di cuoio in cielo, serve una giocata imperiale per riaprire la sfida. Il numero 17 bianconero si avvita, una rovesciata capace di disegnare una parabola imparabile per Keylor Navas. 1-1. Gara riaperta, lo resterà fino alle prime luci del secondo tempo, quando la furia blancos esplode senza remore.
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Effimera segnatura, come quella di Alessandro Del Piero contro il Borussia Dortmund il 28 maggio di 20 anni fa. Sempre in finale. Sempre una finale persa. Alen Boksic dalla sinistra crossò all’interno dell’area piccola trovando Pinturicchio che di tacco dimezzò lo svantaggio. Una “rete incredibile” come recitato dalla telecronaca di Sandro Piccinini. Paul Valéry scrisse: “Definire il Bello è facile: è ciò che fa disperare”. In queste parole si riassumono 120 anni di storia de La fidanzata d’Italia.
La bellezza inutile. Autore Mario Mandzukic. Il pallone non tocca mai terra.
Lorenzo Cafarchio