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La Germania non tiene più i clandestini: meno soldi ad accoglienza e stretta sulle frontiere

by Michele Iozzino
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Germania

Roma, 7 nov – Dopo quasi nove ore di trattative e consultazioni, in Germania è stato raggiunto nella notte l’accordo sulla gestione delle politiche migratorie tra il governo federale tedesco, guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz, e i governi regionali. I punti centrali dell’accordo sono il taglio dei fondi destinati all’accoglienza e un maggiore controllo delle frontiere.

L’accordo Stato-regioni sulla gestione dell’accoglienza

Mentre l’Italia annuncia l’apertura di due centri di accoglienza in territorio albanese grazie alla collaborazione del governo di Tirana, anche la Germania fa i conti con il problema immigrazione. Da mesi la politica tedesca era attraversata da aspre discussioni sui costi generati dal sistema di accoglienza e alla loro ripartizione. Non sorprende che uno dei perni del nuovo accordo sia un cambio di rotta sulle risorse stanziate per la gestione dei centri di accoglienza e per i sussidi ai migranti. Se finora il governo centrale stanziava annualmente 3,7 miliardi di euro, d’ora in poi pagherà una somma forfettaria annuale di 7.500 euro per ogni richiedente asilo di cui solo una parte verrà ricevuta da quest’ultimo tramite una carta di pagamento. Per Sholz, “questo permetterà di avviare la transizione verso un sistema che respira”. Spiegando come “spenderemo più o meno soldi in base all’aumento o alla diminuzione dell’immigrazione”. Un’ottimizzazione dei costi che è anche, numeri alla mano, una diminuzione. Infatti, secondo i dati del Parlamento europeo, nel 2022 le richieste di asilo in Germani sono state quasi 244mila (numeri peraltro in crescita rispetto agli anni precedenti), che avrebbero richiesto, con il nuovo sistema di ripartizione dei fondi, una spesa di circa 1,8 miliardi di euro, quindi di molto inferiore rispetto ai 3,7 miliardi stanziati annualmente.

La stretta sull’immigrazione della Germania

Altro nodo fondamentale riguarda i controlli. Le varie parti in causa sono infatti concordi nella volontà di aumentare i controlli alle frontiere, partendo dal mantenimento anche nel prossimo futuro di quelli già operativi in Svizzera, Repubblica Ceca, Polonia e Austria. Nell’accordo è stata prevista anche la possibilità di svolgere, in determinati casi, le procedure del riconoscimento delle domande di asilo fuori dai confini tedeschi ed europei. Inoltre, è stata approvata a proposta di velocizzare le domande di asilo, specialmente quelle presentate da migranti provenienti da Paesi con un tasso di riconoscimento dell’asilo inferiore al 5%. Per questi ultimi infatti, le domande andranno espletate entro tre mesi. Insomma, anche la Germania deve fare i conti con la realtà, nonostante un governo di centrosinistra e atteggiamenti ammiccanti verso le Ong che operano nel Mediterraneo.

Michele Iozzino

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