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La rivolta dei tassisti: “Il governo favorisce le multinazionali e sfrutta i lavoratori”

by La Redazione
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Firenze, 8 ott – Torna lo scontro tra i tassisti e il governo. I sindacati di categoria accusano l’esecutivo di aver deregolamentato il settore del trasporto pubblico non di linea in maniera scorretta, favorendo così le multinazionali che ovviamente non vedono l’ora che il settore venga liberalizzato per poterlo cannibalizzare. “Questo Governo che strizza l’occhio alle multinazionali preferisce evidentemente un servizio senza regole che porterà allo svilimento del servizio pubblico stesso – dichiarano i tassisti – gestito e controllato in futuro non più dagli enti locali preposti ma da società monopoliste, sviluppando un’ attività di sfruttamento di operatori autorizzati e abusivi conclamati.” Per questi motivi venerdì scorso, nel corso dell’assemblea delle rappresentanze taxi che si è riunita a Firenze, è stato proclamato uno sciopero nazionale per il mese di novembre, prima fissato per il giorno 7 e poi differito su indicazione del Garante al 21. A fermarsi a e ritrovarsi tutti quanti nella Capitale per una grande manifestazione saranno i tassisti di Roma, Milano, Torino, Firenze, Genova, Bologna, Napoli e Bari.

Ricomincia dunque la battaglia, dopo che otto mesi fa si era siglata una tregua in seguito alle promesse del Governo, arrivate dopo le proteste dei tassisti culminate col fermo spontaneo del servizio in diverse città per cinque giorni consecutivi. “Il 23 febbraio, dopo una settimana a dir poco difficile – spiegano i sindacati delle auto bianche in un documento – i rappresentanti delle associazioni di categoria, alla presenza del ministro Del Rio e dei rappresentanti dei ministeri Mit e Mise, hanno condiviso un percorso, confermato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, volto all’emissione entro trenta giorni dei decreti attuativi”. Ovvero le modalità per regolamentare nuovamente il settore che comprende sia i taxi che i noleggi con conducente, ristabilendo chiari limiti alle rispettive licenze. “Ad oggi questo decreto non è stato ancora firmato dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio e dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, nonostante una bozza di articolato ci fosse stato presentato prima della fine del mese di marzo e riproposto nel mese di luglio confermando la sua stesura il 2 agosto 2017, nel corso dell’incontro al ministero dei Trasporti”, spiegano i rappresentanti delle associazioni di categoria.

Arrivati a questo punto i sindacati dei tassisti temono dunque che dietro questa reticenza ad ultimare il percorso intrapreso vi possano essere interessi economici di tipo privato, visto che chi governa non sta facendo niente per dimostrare il contrario. Il protrarsi di questa situazione infatti preoccupa i lavoratori anche perché l’emendamento al decreto Milleproroghe, che ha sospeso l’efficacia della legge 21/92 disciplinante gli autoservizi pubblici non di linea permettendo così ad Uber di passare indenne davanti al tribunale civile di Roma, è stato infatti presentato dalla senatrice Linda Lanzillotta, che oltre ad essere esponente del Pd è stata anche consulente per la potente banca d’affari J.P. Morgan, che di Uber è uno dei più grossi finanziatori, nonché attuale Presidente del gruppo Glocus, legato alla società di lobby Zanetti e Cattaneo che a sua volta lavora per Uber. Tutto questo rende lecito porsi qualche domanda, anche perché la deregolamentazione del settore in effetti favorisce Uber, già avvantaggiata dal fatto di avere sede fiscale in Olanda e alle Bermuda, che approfittando della mancanza di norme certe continua ad organizzare servizi attraverso la collaborazione con quegli NCC che non intendono rispettare i limiti della propria licenza con il conseguente caos che va a discapito sia degli utenti, sempre più immersi in una situazione caotica con prezzi poco chiari, sia delle amministrazioni, alle quali con questo sistema sono stati sottratti gli strumenti per una corretta pianificazione del trasporto pubblico non di linea attraverso il rilascio di licenze.

Il Segretario nazionale di UGL Taxi Alessandro Genovese, da sempre in prima linea sia in strada che in tribunale contro il tentativo di saccheggio del settore, ad opera delle multinazionali, rincara la dose: “Ormai il governo ha totalmente perso la faccia, dopo cene e incontri segreti con esponenti di punta di Uber e il conseguente emendamento Lanzillotta, approvato di nascosto durante una notte dalla maggioranza, il settore è stato deregolamentato e abbandonato al caos e Uber è stata di fatto legalizzata. Il mancato rispetto delle promesse del ministro Del Rio di emanare un decreto che rimetta ordine nel settore non ci lascia altra scelta che quella di tornare in strada a protestare con forza e vogliamo annunciare che stiamo tanto ironicamente, quanto amaramente, pensando anche noi di chiamare l’intera categoria dei tassisti italiani a fare lo sciopero della fame.” Vedremo come andrà a finire, di certo sarebbe bello se almeno per una volta vincesse il buon senso e le ipotesi più fosche rimanessero appunto ipotesi, ne gioverebbe sicuramente l’immagine della nostra Nazione.

Saverio Di Giulio

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rivolta dei tassisti: "Il governo favorisce le multinazionali e sfrutta i lavoratori" | NUTesla | The Informant 8 Ottobre 2017 - 7:00

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