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La scuola ha costi esorbitanti per le famiglie, ed è una vergogna sociale

by Stelio Fergola
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Roma, 21 sett – Una scuola sempre più costosa per le famiglie italiane. Un diritto allo studio sempre meno diritto e sempre più “lusso”, in un effetto domino drammatico che si aggiunge ai drammi strutturali e pedagogici già fortissimi di un’istituzione allo sbando.

La scuola, le famiglie e i costi sempre più alti

Lo avevamo sottolineato qualche settimana fa, rilanciando l’allarme dei presidi di tutta Italia: i libri di testo sono costosissimi, e continuano ad aumentare negli anni. C’è chi può permetterselo e chi no. Il dettaglio è che chi non può aumenta sempre più di numero, seguendo logicamente l’andazzo di un Paese in perenne crisi economica, e logicamente aumenta anche il numero dei ragazzi che, per andare a scuola, vengono sostenuti dalle famiglie alla meno peggio, come riporta Tgcom24. Come rispondono i genitori ai “libri di lusso”? Nell’unico modo possibile: risparmiando su tutto il resto. E così la scuola viene presa “di petto” dalle famiglie: un terzo di esse tagliano sugli zaini e perfino su quaderni e block notes, quando possibile riciclati dall’anno precedente.

Un’istruzione ideale è impossibile, ma almeno bisognerebbe contrastare certe vergogne

In un mondo ideale, le scuole dovrebbero essere solo pubbliche e i libri di testo offerti a prescindere (ovviamente in base al reddito). Perché il diritto allo studio sia pienamente garantito, occorrerebbe blindare certezze di questo tipo. Ovviamente, in un mondo ideale non viviamo, per cui non pretendiamo di raggiungere pienamente disposizioni simili. Ma almeno si potrebbe provare a tutelare la voce dei costi del mercato scolastico, a imporre fasce protette solide, a dare pià sovvenzioni, invece di lasciare il medesimo libero di dispiegare una carneficina che per molti studenti (e soprattutto per le loro famiglie) è insostenibile. Se i prezzi sono così alti, chiaramente, sussistono anche motivi di ordine materiale banalissimi: chi vende i libri di testo a sua volta deve far quadrare i conti e deve poter offrire lavoro a chi vi è impiegato. Dunque, la riflessione è di tipo “ordinatore”, non di tipo “classista”, per così dire. Non è possibile pretendere di istruire i sempre meno italiani del domani lasciandone una parte in preda allo sciacallaggio di costi esorbitanti. La scuola ha già ben altri problemi da risolvere, su tutti il fatto di aver smesso di avere un ruolo formativo vero per le generazioni. Aggiungerci anche la difficoltà materiale di poter dare ai ragazzi gli strumenti basilari per poter studiare (ovvero, liberi e accessori) è davvero troppo, per un Paese che punti sul serio al futuro.

Stelio Fergola

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