Roma, 30 ott – C’รจ antisemitismo in Italia? Proviamo a essere rigorosi applicando le categorie storiche per verificarlo. Atteniamoci all’Occidente moderno, perchรฉ il mondo che fu degli Zar fa storia a sรฉ, cosรฌ come tutto il periodo medioevale, in cui gli ebrei, ai quali era lecito commerciare in denaro e fare da prestanome del patriziato pontificale a cui era invece interdetto, venivano considerati assolutamente diversi dal resto della cittร senza che quest’elemento fosse peraltro drammatizzato, al di fuori del ricordo del deicidio. Fa eccezione la Spagna della Reconquista nelle sue guerre di religione.
L’antisemitismo moderno, come pensiero politico e sociale, si esprimeva nel XIX secolo nei paesi laici in cui la Chiesa aveva perso gran parte dei suoi possedimenti e dei suoi averi, soppiantata da banchieri e finanzieri che non erano tutti ebrei, spesso erano protestanti e talvolta cattolici. Ma gli ebrei erano, o almeno sembravano, piรน solidali tra loro e piรน compatti. Di qui l’antisemitismo, che in Francia costituรฌ un partito di massa, il cui scopo non era di discriminare o perseguitare gli ebrei ma di respingere il liberismo e il classismo che le minoranze ebraiche invece sostenevano. In qualche modo era una specie di lotta di classe che non aveva affatto la pretesa di eliminare il ceto dominante, a differenza di quanto pretendevano i comunisti. Il suo obiettivo era un riequilibrio delle condizioni economiche e sociali. Quello che avrebbe riassunto Jean-Marie Le Pen nel 1990: โun po’ meno bretoni nella marina, un po’ meno corsi alle dogane, un po’ meno ebrei alle finanzeโ.
Quell’antisemitismo nasceva a sinistra e in seguito sarebbe stato il collante che avrebbe tenuto assieme per qualche decennio l’estrema destra e l’estrema sinistra transalpine. Gli ebrei erano visti come il vettore del capitalismo e delle ineguaglianze sociali, nonchรฉ come l’anima dell’internazionalismo e della negazione dell’identitร nazionale. In Italia questo antisemitismo non ci fu perchรฉ era il clero a detenere le ricchezze e il potere e anche ad esprimere la vocazione internazionalista. Da noi fu l’anticlericalismo a svolgere la funzione storica rivoluzionaria che in Francia aveva assolto l’antisemitismo.
Non esiste quindi alcun antisemitismo di massa nella storia e nella cultura italiana, se non altro per l’esiguitร e la povertร della piccola comunitร ebraica. Esiste invece un antisemitismo culturale anche abbastanza radicato. Solitamente non รจ mosso da logiche discriminatorie o imbevuto d’odio, รจ il rifiuto delle concezioni bibliche del tempo e dell’esistenza. La visione lineare, il divenirismo messianico, il nomadismo e il mercantilismo, ovvero gli aspetti della societร liquida e internazionalista, sono considerati come l’altro polo rispetto a quello della stabilitร tradizionale. Una specie di opposizione tra Solve e Coagula, tra Gerusalemme e Roma, interviene alla base di un pensiero che non si รจ esattamente opposto alla figura dell’ebreo ma piรน precisamente a quella dell’ebreo internazionale. Siamo alla filosofia politica ed esistenziale e non alla contrapposizione fisica, spesso riscontriamo un rispetto reciproco tra intelligenze avverse.
A collegare tra loro l’antisemitismo di massa e quello di cultura รจ intervenuto il concetto di Complotto Ebraico per il potere, per la sovversione e per l’instaurazione di un ordine diverso. Parlare di complotto รจ spesso improprio oltre che totalmente insufficiente e liquidarlo come ebraico รจ semplicistico, trattandosi di azioni oligarchiche compiute non solo da ebrei e non appartenendo gli ebrei nella loro totalitร alle oligarchie. Il semplicismo aiuta la pigrizia mentale ma non di certo la luciditร . Di conseguenza l’interpretazione diversa del concetto di Complotto divide l’antisemitismo filosofico e metafisico da quello trinariciuto. Ma se il primo รจ moneta rara, il secondo non รจ cosรฌ diffuso come si racconta, difficilmente va al di lร delle barzellette che, tra l’altro, sono state spesso inventate dagli stessi ebrei che sono noti, o meglio erano noti fino a qualche tempo fa, per l’ironia e l’intelligenza. Oggi sembrano averle smarrite, trascinati come tutti nella caduta verticale dell’imbarbarimento e dell’istupidimento.
Indubbiamente in Italia vennero varate le leggi razziali, a proposito delle quali รจ una costante sproloquiare. Posto che le leggi razziali non furono una prerogativa italiana e fascista, dato che negli Usa permasero fino al 1964, che in Liberia e in Israele, sono ancora in vigore, sia pure mascherate, ci si dimentica quali ragioni dettarono quella legislazione. Il varo dell’Impero e la concessione della cittadinanza ai libici determinarono la necessitร di creare una figura giuridica diversa. Inoltre la fuga letterale degli uomini italiani tra la braccia delle donne etiopi ed eritree, molto meno scoccianti delle compatriote, aveva destato preoccupazione e indotto a correre ai ripari. L’esclusione degli ebrei dalla piena nazionalitร intervenne in quel contesto piรน per spinta cattolica che non per imitazione dei tedeschi. Di sicuro ebbe influenza anche la dichiarazione di guerra al fascismo da parte del Congresso Ebraico Internazionale che si manifestรฒ concretamente nel ruolo attivo svolto nelle sanzioni contro l’Italia, nonchรฉ il doppio gioco che alcuni membri delle รฉlites ebraiche svolgevano nei confronti del Regime e della guerra di Spagna, fino a partecipare al tradimento di via Panisperna e poi all’organizzazione dello sbarco in Normandia. Va detto che gli ebrei internazionalisti e anti-italiani erano pochi e ricchi, la maggioranza era invece nazionalista e fascista: la differenza tra internazionalisti e radicati, tra oligarchie e popolo era la medesima che in tante altre categorie; i legislatori si focalizzarono su una parte al tempo stesso esigua e influente della minoranza israelita.
Di antisemitismo reale in Italia non c’รจ comunque traccia, men che meno oggi: se ne straparla perchรฉ fa sensazione. Non c’รจ bisogno di scomodare la psicoanalisi per capire come una minoranza che vuol essere al tempo stesso uguale e diversa abbia bisogno di sentirsi minacciata e di scorgere ovunque fantasmi che le consentano di arroccarsi, cosa, questa, che vale sia per gli ebrei che per gli omosessuali, gli anarchici e i fascisti. Dovremmo peraltro analizzare l’uso scientifico e doloso che alcune minoranze organizzate e ideologizzate fanno di questa specifica psicosi per raggiungere degli obiettivi mediante la neutralizzazione metodica di un soggetto agitato anche inconsapevolmente (l’antisemita) e la subdola strumentalizzazioneย di un altro, (la comunitร ebraica). In ogni caso possiamo dire che si tratta di molto rumore per nulla.
Goliardia, come si รจ detto durante la cosiddetta sceneggiata laziale della figurina di Anna Frank? Spesso lo รจ, talvolta si tratta invece di pornografia. Nella caduta verticale di tutta la societร e nel suo decadimento neuronale va sempre piรน di moda inventarsi immagini totalmente astratte di elementi ai qualiย negare la stessa appartenenza al genere umano. L’antisemitismo pornografico รจ uno dei tanti aspetti di questa demenza. Di fatto non tende a negare l’ebreo in quanto tale ma a utilizzarlo come un marchio d’infamia contro tutti coloro che s’invidiano o che si odiano e a cui si vuole chiudere la bocca. Diventano โservi degli ebreiโ e li s’identifica ovunque, con molta disinvoltura, in maniera da rimuovere tutto quello che si detesta per motivi che non sempre sono fondati. Dove si vogliono vedere ebrei li si trova sempre, dove si vuole che non ci siano, non li si nota mai, il che รจ un chiaro segnale di un disturbo grave. L’unico effetto di questa pornografia imbecille e partigiana รจ di rendere piรน forte l’immagine di chi si vuol distruggere, facendone un superuomo onnipotente ai propri stessi occhi e rendendolo piรน amato o rispettato da chi ascolta, attonito, certi toni e certe parole.
Questo particolare antisemitismo surreale non รจ che una delle varianti della pornografia ‘anti’ che va oggi di moda come prodotto del linguaggio binario, dell’incoltura e della democrazia. Negli stessi schemi e con i medesimi risultati si manifestano tutti gli anti dell’idiozia contemporanea. Dall’anticomunismo, all’antifascismo all’antimaschilismo ormai dilagante, posseggono tutti il medesimo fondamento, la stessa deformazione del reale e dell’avversario di turno, lo stesso ingigantimento dell’oggetto del proprio astio e producono immancabilmente lo stesso effetto contrario a quello voluto. Cosรฌ come essere contro il comunismo o contro il fascismo per una ragione compiuta e consapevole รจ una cosa ed essere antifa o mangiarossi รจ un’altra, tra qualsiasi cultura antisemita e la pornografia attuale non c’รจ collegamento. E come gli antifa sono innocui a differenza di quello che fossero un tempo coloro che sparavano ai fascisti, del tutto innocui sono gli antisem di adesso.
Non si puรฒ comunque dire che questi stiano sullo stesso piano degli altri perchรฉ, per coraggio o per incoscienza, pagano cara la loro innocuitร . Stesso dicasi per chi afferma l’omofobia, mentre l’anticomunismo da baraccone รจ gratis. L’antifascismo e l’antimaschilismo sono invece impuniti eย bisogna essere particolarmente vigliacchi per professarli ai giorni nostri. Anche perchรฉ chi รจ oggetto di questi due odi specifici oggi viene effettivamenteย discriminato, ghettizzato, isolato, criminalizzato.
Per concludere, non si comprende proprio dove si possa seriamente individuare l’antisemitismo in Italia, perchรฉ quello reale non c’รจ e quello pornografico รจ irreale, senza base e privo di denti. Viceversa c’รจ qualcosa che mancaย maledettamente nella nostra nazione e di cui si sente un assoluto quanto urgente bisogno: un sano antiscemitismo.
Gabriele Adinolfi