Secondo i giudici di Milano, Facebook è incorso nel reato di concorrenza sleale e violazione del diritto d’autore. Tutto nasce quando Business Competence aveva sottoposto l’applicazione Faround all’approvazione di Facebook nel 2012, per poi vedere una app del tutto simile – Nearby, appunto – pubblicata pochi mesi dopo. I giudici parlano di “univoci e concordanti indizi” che evidenziano si sia trattato di un plagio. Tra gli elementi utilizzati dai giudici per sottolineare il plagio, il tempo ravvicinato tra il giorno in cui gli italiani hanno presentato agli americani il prototipo di Faround ed il lancio da parte di Facebook dell’app clone, avvenuto pochi mesi più tardi.
Stando ai giudici, infatti, il lancio di Nearby da parte di Facebook è stato possibile in tempi molto brevi poiché gli ingegneri di Menlo Park avevano in mano il codice sorgente dell’app italiana. La sentenza della sezione specializzata in materia di Imprese del Tribunale di Milano risale allo scorso 1° agosto, ma è stata pubblicata solo in questi giorni. Facebook ha già annunciato appello contro la decisione, ma la Corte d’Appello ha già respinto, il 28 dicembre, l’istanza per la sospensione dell’esecutività della sentenza: Nearby dovrà essere ritirata quindi da tutto il territorio italiano.
Roberto Derta
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