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Ma il problema della nostra estinzione a che pagina dell’agenda politica si trova?

by Adriano Scianca
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estinzione italiani crollo nasciteRoma, 7 mar – Mettiamola giù semplice semplice: se non fai più figli e nel frattempo continui a far entrare stranieri con una natalità debordante, alla fine sei destinato a essere sostituito da questo ultimi. Davvero non si capisce cosa ci sia di difficile o di “complottista” nella tesi della Grande Sostituzione, che si limita a fotografare la tendenza in atto nelle società europee. In quella italiana in particolare, soprattutto dopo gli ultimi dati Istat, che vedono la natalità italiana toccare il suo minimo storico, pari a 486 mila nascite.

Confrontiamo questo dato con i numeri che escono dal Rapporto Orim su “L’immigrazione in Lombardia -2016”. in una delle regioni più grandi, popolose e strategicamente importanti d’Italia 167 scuole (il 2,1% del totale) sono già a maggioranza straniera e 789, pari al 10% del totale, hanno una percentuale di alunni stranieri superiore al 30%. Si tratta di una quota doppia di quella registrata nel complesso del territorio italiano (5,1%). Nella città di Milano gli immigrati sono il 21,5% della popolazione. Più di uno su cinque. Nel frattempo, per il Pd l’urgenza è lo ius soli. Stravolgere le norme sulla cittadinanza in un quadro di invasione sistematica e di catastrofe demografica: se non è alto tradimento questo… Urgono politiche di sostegno alla natalità che non siano dei vaghi e inconsistenti bonus bebè, ma aiuti “pesanti”, radicali, che diano il segno di un completo riordino delle priorità, come del resto qualcuno ha già iniziato a proporre. La politica deve mostrare una discontinuità completa, totale, e fare di questo argomento, cioè del nodo crisi demografica/immigrazione, il problema fondamentale di questa epoca. Ma questo non lo faranno certamente gli ectoplasmi Gentiloni e Mattarella, né i “sovranisti” della domenica.

Adriano Scianca

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Charles Vinson 7 Marzo 2017 - 11:16

Questo è inevitabile: quando la nazione non è più nazione, ma semplicemente una sommatoria di individui produttori-consumatori, diventa indifferente chi siano, cosa facciano, che lingua parlino, che religione professino.
Un’altra considerazione: sempre nella stessa ottica, diventa indifferente lo stato di disagio degli £italiani da più tempo”: proprio perché è indifferente il tipo di cultura e civiltà che hanno prodotto, semplicemente non entra nel ragionamento.
Questi sono i risultati del mercatismo, e per queste ragioni ritengo di essere non solo antisinistra, ma anche antiberlusconiano: perché si tratta di fenomeni culturalmente legati a doppio filo (uomo = macchina per produrre – al minor prezzo possibile – e per poi consumare – al maggior prezzo possibile).
Comunque complimenti per la testata e avanti così.
Vale

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Aleche 8 Marzo 2017 - 10:52

Assolutamente ineccepibile.

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Anonimo 7 Marzo 2017 - 3:54

se siamo tutti uguali dove sarebbe il problema..?

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Septima Legio 7 Marzo 2017 - 8:47

Essere consumatori o produttori è una caratteristica delle persone ma centra ben poco con quello che stanno facendo.Una società senza radici (l’ obbiettivo della globalizzazione) è una società debole e manipolabile.

Vediamo cosa si puo fare per evitarla.

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