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Lo scontro tra Nato e Houthi è la prima escalation del conflitto in Medio Oriente

by La Redazione
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Roma, 12 mag – Dopo lo scoppio dello scontro tra le forze Nato e i gruppi militardi degli Houthi in Yemen, possiamo dirlo: il conflitto in Medio Oriente si è allargato. Non come ci si sarebbe attesi, ma è comunque avvenuto. Sullo sfondo, la dichiarazione congiunta di 8 Paesi che hanno appoggiato gli Stati Uniti nei raid.

Nato, l’attacco contro gli Houthi (senza la partecipazione italiana)

Sono principalmente gli Usa e la Gran Bretagna a lanciare attacchi contro le postazioni Houthi in Yemen: questo dopo che questi ultimi avevano inziato a loro volta ad attaccare navi israeliane nel Mar Rosso. Un effetto domino inevitabile. Tra gli altri Paesi dell’Alleanza coinvolti nelle operazioni, anche  Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrein, i quali dovrebbero fornire logistica e vari supporti.

Secondo quanto riferito da un dirigente statunitense alla Cnn, gli attacchi sono stati condotti in particolare con aerei da combattimento e missili Tomahawk. La Nato definisce gli interventi “difensivi” e sulla dinamica stavolta può avere ragione. Nessuna partecipazione militare dell’Italia, almeno per il momento. Palazzo Chigi, in una nota, ha precisato di non aver ricevuto richieste nel merito.

Quanto al presidente americano Joe Biden, ha parlato così: “Oggi, su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo”. I milizani Houthi replicano così, tramite il portavoce Muhammad Abdul Salam: “Non abbiamo preso di mira nessun paese al mondo tranne Israele”. Promettendo di farla pagare cara. Non un bello scenario.

Se Mosca chiede riunione d’emergenza all’Onu…

Quanto sta accadendo, insomma, non è da sottovalutare. A conti fatti, rappresenta il primo allargamento “planetario” della guerra in Medio Oriente. Nel senso che va a interessare lo Yemen, per l’appunto, legandosi indissolubilmente a ciò che sta avvenendo tra Israele e Gaza. L’intervento diplomatico di Mosca, che nel frattempo ha ancora il conflitto con l’Ucraina da gestire, è da vedersi anche in quest’ottica. Il portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova non è stato tenero, parlando esplicitamente di una “escalation” dagli “obiettivi distruttivi”.  E aggiungendo poi: “Gli attacchi statunitensi in Yemen sono l’ennesimo esempio della distorsione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu da parte degli anglosassoni e del totale disprezzo per il diritto internazionale in nome dell’escalation della situazione nella regione per raggiungere i loro obiettivi distruttivi”.

Di fatto, la tensione dello scontro si è estesa. Non come molti temevano, ovvero quel coinvolgimento dell’Iran (probabilmente esasperato, visto che gli interessi di Teheran sono tutt’altro che inclini ad alimentare lo scontro nella sua area regionale), ma comunque è avvenuto.  Non sappiamo quanto la miccia tra Nato e Houthi potrebbe scatenare nuove ripercussioni. gli scontri sono avvenuti in tutt’altra zona. E non è detto affatto che sia una notizia meno peggiore.

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