Home » M5S e Lega: una riedizione delle "convergenze parallele"?

M5S e Lega: una riedizione delle "convergenze parallele"?

by Luigi Di Stefano
0 commento

Roma, 16 mar – Il famoso aforisma del compianto presidente della DC Aldo Moro (del quale ricorre in questi giorni l’omicidio da parte delle B.R. ) e il PCI guidato da Enrico Berlinguer si adatta bene a descrivere il rapporto politico fra Lega e M5S dopo il terremoto elettorale del 4 Marzo. Entrambi i partiti hanno in comune, a parole, la “Madre di tutte le Riforme” (stavolta parafrasiamo Saddam Hussein), a dire la separazione fra Banca Commerciale e Banca di Investimento, entrambi la riforma o l’abolizione della Legge Fornero, entrambe rifiutano il totem del famoso 3%, entrambi dicono che “possibilmente” rispetteranno i vincoli europei ma solo se non chiederanno altre “Lacrime e Sangue” per gli italiani.

Il merito della Lega è di aver preso le redini della rappresentanza politica del mondo delle PMI vessate e annientate da una tassazione folle (sono 4,5 milioni, producono il 95% del PIL e danno lavoro a 16 milioni di persone), M5S ad avere preso la rappresentanza politica del mondo sociale degli emarginati e impoveriti dalla II Repubblica, in specie nel meridione dove l’attività economica che pur si era creata (basti pensare all’agricoltura, o al comparto dei divani pugliese, agli agrumi etc) è stata schiantata dalle produzioni in dumping provenienti dall’estero, e in base a “aperture al mercato” votate in sede Ue, anche da “tutti” i Sinceramente Liberali e Democratici tranne la Lega, che neanche si associò a sostenere il famigerato governo Monti del colpo di Stato con la pistola alla tempia.

Non c’è da stupirsi quindi che la Lega e M5S viaggino sulle famose “Convergenze Parallele” cosi come nel 1978 lo erano DC e PCI, la prima per emendarsi dalla pregiudiziale anticomunista imposta dagli Alleati della Guerra Fredda, il secondo per liberarsi dalla pregiudiziale da “Blocco Sovietico” imposta dall’URSS e che impediva accordi di Governo coi “Partiti Borghesi”. E ad Aldo Moro costò la vita, rapito il giorno che andava a presentare in Parlamento il suo governo DC con l’appoggio esterno del PCI. Oggi, come allora, la “Sovranità Limitata” è imposta all’Italia non più dal dualismo degli interessi politici fra NATO e Patto di Varsavia, ma dal dualismo degli interessi politici ed economici di Francia e Germania, che hanno riedificato in Europa l’Impero Carolingio che trasforma gli Stati del meridione e l’Italia in particolare in una terra di conquista da depredare, per portare oro e tesori a Parigi o Aquisgrana (ora Berlino), tradendo quello “Spirito Europeo” evocato da Renzi che ricevette solo dileggio e fastidio.

Come ascendenze storiche la Lega può vantare la Battaglia di Legnano del 1176 in cui la Lega Lombarda inflisse una dura sconfitta al Barbarossa. E M5S la Disfida di Barletta del 1503 in cui 13 Cavalieri italiani sconfissero in tenzone i 13 Cavalieri francesi arroganti e spocchiosi.

E Casapound? Il motto che ha dominato la campagna elettorale “Prima gli Italiani” ha origine da CasaPound anni prima, il tema della miseria imposta dalla Ue tramite la II Repubblica è di CasaPound, contro la predazione e la svendita delle nostre eccellenze economiche e industriali è di CasaPound, la questione immigrazione, dazi e contingentamenti per difendere le PMI italiane dall’aggressione straniera, la “Sovranità”… tutti temi politici nati a CasaPound e che sono diventati i temi politici su cui si sono svolte le elezioni del 4 Marzo e il terremoto conseguente che ha chiuso la II Repubblica, che qualcuno pensa di tenere in semivita come zombie con astuzie e colpi di Palazzo degni della Roma dei Borgia.

Mancato l’obiettivo del 3% la tartaruga continuerà con l’attività sul territorio e le proposte politiche originali, che sono sempre stati i tratti distintivi di CasaPound. Con un occhio attento alle “convergenze parallele” tra Lega e M5S, soprattutto questa vicinanza non condurrà ad un governo o un progetto politico “sovranista”, ma si trasformerà in una riedizione in salsa populista del grande “inciucio”.

Luigi Di Stefano

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati