Empoli, 29 dic – Storie di provincia, una sorta di percorso inverso rispetto a quello fatto nel romanzo, quasi, autobiografico di Luciano Bianciardi ne La vita agra. Lontano da quella Milano, catarsi contraria della vita giocata ai margini del successo e della fama personale. La vicenda di Massimo Maccarone.
Una vita spesa tra Empoli, Middlesbrough e Siena – parentesi a Prato, Varese, Parma, Palermo e Sampdoria – in completa esaltazione la dove ha trovato un pubblico pronto a coccolarlo e spronarlo, ma mai come quest’anno in una squadra capace di mandarlo in porta. Alle spalle Zielinski, Buchel in mediana e sulla trequarti Saponara, la meglio gioventù in fatto di geometrie e tocchi di prima.
Maccarone è un idolo in Toscana dove solo qualche stagione fa, nei playout contro il Vicenza, salvava gli azzurri dalla Lega Pro. Ha la forza e il magnetismo di compattare il gruppo tra una cena ed un bicchiere di vino. Big Mac, soprannome che deriva dai suoi anni inglesi, vuole calcare il palcoscenico fino a 40 anni con negli occhi ancora quel magico 2002 quando dalla B, sempre ad Empoli, incantava Giovanni Trapattoni fino a farsi convocare in nazionale maggiore, procurandosi a Leeds contro l’Inghilterra il rigore della vittoria per 2-1.
Sulla riva destra del Tees, con la maglia del Boro, Maccarone sfiorò l’allora Coppa Uefa, annata 2005-06, segnando in Europa 5 reti in 8 partire giocate. Strepitoso in semifinale quando eliminò da solo la Steaua Bucarest siglando una doppietta nella gara di ritorno, meno fortunato in Premier League.
Poi Siena dove è ancora protagonista, tornando come la chiesa al centro del villaggio tattico del progetto tecnico. L’eclissi di Palermo e Sampdoria per tornare a splendere in quel di Empoli. Macca va a tutta birra – sette centri realizzati in questa prima parte di campionato, quattro nelle ultime due giornate – viaggiando a braccetto con il nuovo tecnico Marco Giampaolo che sta incarnando perfettamente il dopo Maurizio Sarri, volando verso le vette che parlano di Europa League.
Lorenzo Cafarchio
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Complimenti a Maccarone ma ricordiamoci di un certo Hubner che a quasi 40 anni vinse i cannonieri in una serie a molto piu^ competitiva con la maglia del Piacenza, grande atleta che non si faceva mai mancare vino,sigarette,grappini nella sua cascina cremasca dove viveva e vive tuttora,insomma un mito del calcio provinciale pulito.
Tatanka ha percorso una carriera straordinaria, così come Igor Protti capace di vincere la classifica cannonieri di A retrocedendo in serie B con il Bari. Sono tanti i nomi che si possono fare. Maccarone oggi riveste il ruolo di chioccia dell’Empoli e di padre spirituale, essendosi ritagliato un finale di carriera lucente.